E se la Sicilia diventasse indipendente? La simulazione
Sicilia, cosa accadrebbe se da regione passasse a stato autonomo? Andiamo a scoprirlo⬇️
La curiosa idea del canale Youtube C.S.M : ricostruire quali conseguenze si verificherebbero se la Sicilia diventasse di colpo uno stato indipendente. Alcune settimane fa, nella sezione shorts del canale, noto per trattare personaggi, fatti e curiositĂ legate alla storia, è comparso un video in cui vengono rappresentate le ricadute economico-sociali che si avrebbero se per assurdo avvenisse una simile trasformazione. Come immaginabile, il futuro dell’isola sarebbe tutt’altro che roseo.
Analizzando numericamente le caratteristiche del territorio, emerge infatti un quadro piuttosto desolante, che frustra qualsiasi velleità di indipendentismo. La Sicilia è la più grande regione italiana in termini di superficie (25.832,4 kmq), la quinta per popolazione (5 milioni di abitanti) dietro a Lombardia, Lazio, Campania e Veneto. Diventasse uno stato autonomo, la Trinacria si ritroverebbe però ad essere uno dei paesi più piccoli del continente europeo, vivendo un netto ridimensionamento sul piano demografico con pesanti ripercussioni su quello economico.
L’economia dell’isola si presenta diversificata, con settori trainanti quali l’agricoltura, la pesca ed il turismo oltre ad un campionario di risorse naturali come sale, zolfo e gas. Malgrado la presenza di questi punti di forza, un’economia siciliana a sĂ© stante sarebbe relativamente povera, con un livello di disoccupazione spaventosamente elevato ed un sistema infrastrutturale con non poche carenze, da aggiungere ad un’industria manifatturiera dallo scarso sviluppo. Senza gli apporti dello stato italiano e dei fondi europei, che andrebbero integralmente rinegoziati, il PIL complessivo calcolabile si aggirerebbe intorno ai 90 miliardi di dollari, dato che collocherebbe la Sicilia al venticinquesimo posto in Europa, alle spalle della Bulgariađź“Š.
Per non parlare delle annose e giĂ dolenti questioni legate alla criminalitĂ organizzata, alla corruzione dilagante e all’immigrazione. Una serie di gravi problematiche che un ipotetico stato siciliano autonomo sarebbe chiamato ad affrontare interamente da solo, con tutto quello che ciò comporterebbe in termini di una minor prevenzione e tutela del cittadino rispetto ad una loro ingravescenza, che andrebbe ulteriormente a ledere un tessuto sociale giĂ strutturalmente debole.
Nello scorso secolo si sono verificate delle contingenze storiche che hanno fatto sì che le istanze del separatismo siciliano trovassero temporaneamente una certa forza rappresentativa. Questo è accaduto specialmente durante e dopo la seconda guerra mondiale, quando l’allora comitato per l’indipendenza siciliana, complice la confusione derivante dall’occupazione alleata e l’esigenza generale di riorganizzazione, seppe riscuotere un seguito non indifferente tra i siciliani, affabulati dalla prospettiva indipendentista, senza tuttavia riuscire mai a canalizzare gli sforzi verso soluzioni concrete e realizzabili, venendo ben presto accantonato a favore del nuovo corso repubblicano. L’ideale separatista è così rimasto tale, relegato ad una posizione di assoluta marginalitĂ nella memoria collettiva e, dando uno sguardo ai dati sciorinati nel video di C.S.M, verrebbe da dire per fortuna.
Copertina: Sicilianews.it