Serie C – Il 2024 del Catania parte malissimo, etnei cantiere aperto
Serie C: la squadra di Lucarelli inaugura l’anno solare con un pesante ko a Crotone(3-0). Il tecnico a fine gara🗣: “Mentalmente ancora troppo fragili, dalle sconfitte si costruiscono le vittorie future”
Benvenuto 2024 ma magari si auspicava un inizio un pò diverso. Il 23 dicembre scorso calava il sipario sul girone d’andata del Catania. L’ultimo impegno prima delle festività aveva visto i rossazzurri esibirsi in una delle loro migliori performance, imponendosi addirittura per 4-0 in quel di Benevento, dando così motivo ai supporters catanesi di guardare all’anno nuovo con un pizzico di ottimismo, nell’attesa di ritrovare i propri colori, magari con qualche volto nuovo dal mercato.
Di volti nuovi ne sono arrivati già cinque, altri ancora arriveranno da qui alla fine di gennaio, ma il Catania si ripresenta con la stessa caratteristica che lo ha accompagnato nella prima parte di stagione: l’incostanza. Quello switch tecnico ed emotivo cui troppo spesso abbiamo assistito, non importa che a sedersi sulla panchina ci fosse Tabbiani o Lucarelli, e che rappresenta il peggior nemico di qualunque squadra coltivi ambizioni di successo. Allo “Scida” di Crotone gli etnei tornano ad offrire la parte peggiore di loro stessi, tra cali di concentrazione, errori tecnici e lentezza nel gioco. Un mix negativo che ha permesso ai padroni di casa, cinici ma tutt’altro che dominanti, di colpire tre volte, sfruttando tre leggerezze imperdonabili da parte dei calciatori rossazzurri, ed appropriarsi così dell’intera posta in palio.
E’ un Catania che adempierebbe anche correttamente ai dettami tattici del suo allenatore, senza mai finire realmente in balìa della manovra calabrese, ma che non riesce ad interpretare la gara mettendoci dentro quei contenuti agonistici che è di fondamentale importanza saper esprimere con continuità nell’arco dei novanta minuti. Nonostante l’arrivo di Lucarelli sembrasse dal principio aver dato una sterzata emotiva alla squadra, concentrazione e cattiveria agonistica rimangono queste sconosciute tra le fila dei rossazzurri e gli avversari ne approfittano.
Emblema del doppio volto di questo Catania sono le prestazioni altalenanti di Cosimo Chiricò. Il numero 32 è senza dubbio alcuno l’elemento di maggior caratura tecnica della compagine siciliana. Tanto talentuoso quanto testardo, tanto estroso nelle sue giocate quanto tremendamente discontinuo. Ulteriore conferma le due prove diametralmente opposte offerte contro Benevento e Crotone. Da mattatore della sfida ai campani a fantasma contro i calabresi, con una colpa specifica sulla rete del definitivo 3-0. Il calciatore di Mesagne si accende e si spegne nemmeno fosse animato da un interruttore, ed i suoi compagni sembrano seguirne il ritmo, in un continuo sali/scendi che non consente al Catania di tenere un andamento da alta classifica in Serie C.
Prospettive. Tanto lavoro c’è ancora da fare sulla strada verso la trasformazione del gruppo etneo da insieme di calciatori spauriti a squadra vincente. Lo sa bene Cristiano Lucarelli, subentrato lo scorso novembre ereditando una situazione alquanto complicata. Un’opera profonda che non può realizzarsi in tempi brevissimi ma che va condivisa da tecnico e società, traendo insegnamento dagli errori estivi. Sullo sfondo la Coppa Italia, ormai da diverse settimane unico vero obiettivo della stagione, nel mezzo un percorso in campionato che dovrà essere utile a capire quali tasselli aggiungere alla ricerca della vera competitività.