Sicilia – La Chiesa Normanna di Mili: un patrimonio in rovina
Come si può salvare un pezzo della cultura nostrana? La chiesa è al centro dell’interesse di Mili S.Pietro, che lotta per la sua tutela e valorizzazione👇
L’Abbazia di Santa Maria di Mili, anche nota come Chiesa Normanna, sorge sulla riva sinistra del torrente Mili nei pressi dell’abitato di Mili San Pietro, nel comune di Messina. È una delle più antiche testimonianze dell’opera dei normanni sull’isola, probabilmente costruita su un cenobio sorto in epoca bizantina e andato distrutto durante la dominazione araba della Sicilia.
Edificata per il volere del Gran Conte Ruggero I di Sicilia, venne affidata alle cure dei monaci basiliani. Ruggero I nel 1092 vi fece seppellire il figlio naturale Giordano, morto in battaglia nei pressi di Siracusa, questo è confermato da una lapide che ad oggi non si trova più nella chiesa, ma è stata presa in custodia dal Museo di Messina. Lo splendore e la decadenza della chiesa si alternarono fino al 1541, quando fu ceduta da Carlo V al Grande Ospedale di Messina. Con l’emanazione delle leggi eversive dello Stato unitario, chiesa e monastero furono incamerati dal Demanio, il monastero fu venduto a privati. La chiesa fa parte del patrimonio del fondo edifici di Culto del Ministero dell’interno.
Alla chiesa si accede attraverso una scalinata, che dalla strada porta al torrente Mili. Alla fine della discesa si trova l’ingresso di epoca barocca, un arco sormontato dallo stemma dell’Ordine Basiliano e da una finta balconata con tracce di vivace policromia, che si apre in un possente muro di cinta coronato da merlature di forma varia. Oltrepassato l’arco d’ingresso, si apre il primo cortile interno dell’Abbazia; sulla sinistra, separata da una serie di gradini, si presenta la chiesetta del monastero, mentre sulla destra si estende l’impianto monasteriale.
La facciata esterna è stata rifatta nel corso del ‘500 in seguito all’allungamento della navata, presenta un coronamento in stile barocco con due pinnacoli ai lati e un prezioso portone cinquecentesco in legno incorniciato da un portale marmoreo coevo con al centro un tondo incassato con mediorilievo raffigurante la Madonna col bambino.
L’interno è di una desolata nudità : coperta da un soffitto ligneo ad orditura apparente, realizzato nel 1511 quando la navata venne allungata. Sull’unica navata si aprono le tre arcate, leggermente acute, che motivano il breve presbiterio, quella centrale, formante l’arco trionfale, è impostata su robusti pilastri, quelle laterali, più corte e strette, per un lato impostano sullo stesso pilastro e per l’altro sui muri delle rispettive fiancate. Concludono le arcate tre absidi di cui solo quella centrale emerge all’esterno con il suo profilo semicircolare, mentre le due laterali restano incluse, a guisa di nicchiette strette ed alte, entro lo spessore del muro. Degli archetti aggettanti sostengono la cupola maggiore e le due cupolette minori, su cui si aprono delle finestrelle ad arco allo scopo di dare luce al presbiterio. Questa concezione della cupola mostra già chiari segni di un gusto che è più vicino a quello arabo, tipico dell’architettura islamica specie del territorio nordafricano.
La navata presenta un’apertura sul pavimento per la quale, attraverso una scalinata, si accede ad una cripta sotterranea. Essa si compone di due piccole stanze nelle cui pareti sono situate delle piccole nicchie: in esse venivano lasciati i monaci defunti, ad essiccare.
Da qualche anno è stato creato il gruppo “Coordinamento associativo per la tutela della chiesa normanna di Mili” , che ha l’obiettivo di unire le forze tra le associazioni per sensibilizzare le istituzioni spronandole ad individuare delle soluzioni per l’apertura della chiesa normanna e per la sua tutela.
Abbiamo potuto visitare la chiesa con la guida di Padre Antonio Gugliandolo, parroco della chiesa di Mili San Pietro, che ci ha parlato delle iniziative realizzate per la tutela e valorizzazione della chiesa🗣: “Sono state realizzate diverse iniziative, sia per le giornate del FAI “Le vie dei tesori” e l’anno scorso nel mese di giugno, in occasione della festa patronale, è stata organizzata una rievocazione storica, a cura del gruppo di rievocazione storica di Mili San Pietro. In abiti storici è stata infatti reinterpretata la storia dell’abbazia e della sua consegna, da parte del Conte Ruggero, all’abate Michele. Oggi la chiesa viene adoperata per le tante attività culturali, perché questo è ciò che tiene vivo l’interesse dell’intera comunità . Tra i desideri coltivati dalla parrocchia c’è quello relativo al recupero dell’edificio per il culto”.