Lo stile giovanile dagli anni 80’ ai 2000
La moda e lo stile giovanile hanno sempre fatto parte della vita dell’uomo. La moda muove l’economia dei paesi, ma è anche arte, un’arte che muta negli anni, ma ritorna, con forme sempre nuove. La moda esprime la possibilità di esprimersi, grazie al modo di vestire emerge ciò che si ha dentro, tutti siamo artisti di noi stessi quando ci vestiamo, e scegliamo cosa comunicare agli altri quando decidiamo quale capo d’abbigliamento comprare.
Eppure, non tutti considerano moda, o arte, lo stile che ha contraddistinto, unito e separato, i giovani dagli anni 80’ agli anni 2000, e che in qualche modo ha segnato la storia di queste generazioni.
Patendo dagli anni 80’, il primo e unico caso di gruppo giovanile che si è formato, e unito, non per protesta o ribellione, è stato quello dei Panozzi (o Paninari).
Questo fenomeno di costume nasce nella Milano degli anni 80’ per poi diffondersi in tutta Italia. Questa ondata giovanile si caratterizza per rifiuto di ogni forma di impiego sociale e politico, il loro credo è basato dal consumismo e dal modo di vestire, rigorosamente con capi firmati. Infatti, i Paninari erano tendenzialmente giovani provenienti da famiglie ricche che potevano permettersi capi di marca come il Moncler, le Timberland, la Zundapp, chi non possedeva queste cose non poteva appartenere al gruppo. Una delle caratteristiche di questi gruppi era l’esclusione di tutti coloro che non potevano permettersi di appartenere a quel mondo. Questa forma di esclusione deriva dal fatto che essi stessi si sono formati per il bisogno di appartenere ad un gruppo. Nei primi anni 80’ i gruppi di tendenza erano i metallari o i dark, questo ha portato questi giovani a volersi identificare in qualcosa che gli appartenesse, un gruppo elitario con il proprio stile, i propri valori e il proprio nome.
Il nome deriva da un locale di Milano, il bar “Al panino”, situato in Piazza Liberty, era il ritrovo abituale del primo nucleo di Paninari. Questi ragazzi avevano codificato un proprio gergo, ispirato dal cinema americano, dalla musica pop e dagli spot pubblicitari. I valori che si affermano sono: funzionare, dimostrare di valere, avere un’immagine perfetta. Non c’è alcuna ambizione al futuro, che viene visto come un qualcosa di lontano a cui non serve pensare nel presente.
La controparte femminile del Paninaro si chiama Sfitinzia o Squinzia, la definizione sarebbe quella di una ragazza smorfiosa, civettuola, patita della moda e che si identifica negli show televisivi della seconda serata. Con riferimento al rapporto di coppia, è una ragazza che si frequenta in modo disinteressato, senza provare vera attrazione o sentimento.
Questo stile si diffuse rapidamente, aiutato dalla televisione che amplifica il messaggio. Il successo è tale che porta alla nascita di riviste.
Sull’altro versante troviamo i metallari, una tipologia di persone appassionate alla sottocultura caratterizzata dall’interesse per la musica heavy metal. Il loro vestiario si basa sul chiodo di pelle, stivali o sneakers, jeans, catene, borchie, capelli lunghi e tatuaggi. Il loro è un movimento precedente a quello dei Paninari.
Ognuno di questi gruppi (punk, dark, ecc…) è differente, soprattutto per i gusti musicali e per i sentimenti che portano avanti, ma sono uniti dal disprezzo verso i Paninari e spesso e volentieri entrano in conflitto. Nella metà degli anni 80 si ebbero scontri e aggressioni, comprese risse e vandalismi, soprattutto all’uscita dei locali e nei luoghi di aggregazione delle bande, violati da altri gruppi.
Gli anni 80 sono stati un periodo di svolta per la formazione di gruppi giovanili. Questi gruppi si sono evoluti gradualmente, rinnovandosi sempre, sul piano del linguaggio, musicale, dei vestiti, o dei sentimenti. Questi rinnovamenti hanno portato negli anni 2000 a una nuova generazione di gruppi giovanili.
Anche stavolta la culla della nuova generazione è Milano, non per nulla capitale della moda. Ma a differenza dei precedenti ciò che spinge questi giovani a identificarsi in un gruppo è solo la moda. Negli anni 2000 i gruppi di ragazzi che si identificano come emo non lo sono realmente, è tutto basato sull’apparenza. Gli emo degli anni 2000 non sono spinti da quei sentimenti di tristezza o depressione tipici della prima corrente emo, quella degli anni 80’ e 90’, il loro identificarsi con questo stile si limita alla sfera del dress code: abiti scuri, frangia lunga e liscia, trucco nero. Probabilmente tutto questo nasce, non solo da bisogno di identificarsi in un gruppo, ma anche di andare fuori dagli schemi e soprattutto contro la sfera familiare. la cosa importante da dire è che tutto ciò è affrontato con una consapevolezza dei giovani di non potersi considerare gli eredi di una cultura autolesionista e oscura come quella dei primi emo.
Dall’altro lato, l’altro grande gruppo giovanile che domina la Milano del 2000 è quello dei Truzzi. Questo gruppo è un insieme di stili precedenti come i fighetti,i pigoldini e come gli emo, sono uniti dalla musica e dal look. Si contraddistinguono, oltre all’animo ribelle, per il modo di vestire: occhiali da sole a goccia, cappellini da baseball, pantaloni stretti, a vita bassa e Vans a quadri, ma il vero tocco di classe era il ciuffo “leccato dalla mucca”, i capelli venivano piastrati e incollati alla fronte. I truzzi rappresentavano l’antimoda, ma sempre comprando capi firmati. Il genere più ascoltato era la musica house ballata con mosse tecktonik.
Emo e truzzi erano in conflitto, ma in modo differente dai paninari e i metallari, la loro era una guerra fredda, fatta di occhiatacce e nient’altro.
All’interno di questi due gruppi ci sono infiniti sottogruppi, ma se ad un ragazzo per strada gli fosse stato chiesto a quale gruppo appartenesse non ci sarebbe stato una risposta, erano solo loro stessi. Questo ci porta a capire come nel 2000 i giovani sentissero il bisogno di identificarsi in un gruppo, senza però farne realmente parte, di passare inosservati ma facendosi guardare perché distinti dalla massa.
Nel 2024 tutti questi gruppi si sono dissolti nell’era dei social. Ad oggi i giovani hanno aspirazioni diverse, che intraprendono anche troppo presto. La maggior parte vuole diventare tiktoker, influencer, makeup-artist, gamer, e fin da piccoli si gettano nel mondo social, quasi perdendo il contatto con la realtà Ma come i Paninari, spinti dal consumismo, i truzzi e gli emo, spinti dalla voglia di trovare una propria identità, anche questa generazione dell’era dei social e della tecnologia è destinata in qualche modo a dissolversi per fare posto a quella successiva.
Fonti
Minima e moralia
Wikipedia
Documentario del 1986 “Usi & Costumi”
Servizio di “Repubblica tv”
Cogito et Volo