Rinnovato il protocollo “Liberi di scegliere”. Ora c’è bisogno di una legge
Lo scorso 26 marzo è stato rinnovato e ampliato anche a nuovi uffici giudiziari e a nuove associazioni il protocollo “Liberi di scegliere”, un progetto nato negli scorsi anni e che ha visto nell’operato dell’attuale Presidente del Tribunale per i Minorenni di Catania, il Dott. Roberto Di Bella, la figura capace di renderlo lo strumento più efficace per assicurare una alternativa di vita a tutti quei minori, e alle loro madri, provenienti da contesti malavitosi.
Il provvedimento porta le firme del ministro della Giustizia Carlo Nordio, di quello dell’Interno, Matteo Piantedosi, del ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, di Anna Maria Bernini, ministro dell’Università e della Ricerca e di Eugenia Maria Roccella, ministro per la Famiglia, natalità e per le pari opportunità. Tra gli altri firmatari vi sono poi il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo, il segretario della Conferenza episcopale italiana, Don Gianluca Marchetti.
La soddisfazione di Nordio
Nel corso dell’evento il ministro Nordio ha sottolineato l’importanza del protocollo, come rilanciato anche dalla stampa estera più autorevole, su tutte il “The Times Londra”: “Con particolare orgoglio -ha dichiarato il ministro della Giustizia- firmiamo l’ampliamento di un protocollo che offre nuove occasioni di vita ai figli delle famiglie mafiose, sottraendoli al contesto di origine e a un destino all’apparenza segnato. Col protocollo, reso possibile da una sinergia a tutti i livelli, si interviene in nome della prevenzione, per evitare che i figli seguano la strada perniciosa del crimine dei padri. Quello che firmiamo oggi è un protocollo che va nella direzione di investire nel futuro del Paese. Ora occorre riflettere sulla possibilità di dare stabilità normativa all’intuizione iniziale”.
Liberi di scegliere esalta la magistratura minorile
“Questo è un protocollo davvero importante, un’esperienza straordinaria, che negli ultimi anni ha richiesto coraggio e molta forza d’animo ed è un’esperienza che esalta il ruolo della magistratura che si occupa di minori” . Sono queste le parole del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo, il quale ha quindi ribadito anche l’impatto che il progetto ha avuto su tutto il mondo della magistratura in ambito minorile, permettendo alla stessa di attrarre maggior attenzione sia dalle istituzioni politiche che da media e società.
Un’azione trasversale
I diversi ambiti coinvolti dimostrano chiaramente la trasversalità di un progetto che interessa inevitabilmente molte istituzioni, a riprova di come un modello vincente si qualifica come tale anche e soprattutto grazie alla cooperazione tra apparati statali. Negli anni passati l’operato del Dott. Di Bella è stato certamente decisivo nel quadro della giustizia minorile, venendo a configurarsi anche come il frutto della collaborazione tra lo Stato e le diverse associazione che quotidianamente si spendono per restituire ai più giovani la possibilità di un nuovo futuro. Ai fini della realizzazione del protocollo è stata centrale anche la sinergia tra il Dott. Di Bella e Don Luigi Ciotti, Presidente di “Libera”.
Liberi di scegliere, la necessità di una legge
Il rinnovo del protocollo “Liberi di scegliere” è testimonianza della volontà di proseguire un lavoro che, come sottolinea il Presidente Di Bella, ha visto 150 minori tutelati, 30 donne entrate nel progetto, di cui 7 di queste sono ad oggi diventate collaboratrici o testimoni di giustizia, mentre ci sarebbero inoltre anche due ex boss di ruoli apicali di ‘ndrangheta e mafia che avrebbero avviati percorsi per proteggere i loro figli. Tuttavia ciò non può divenire un punto di arrivo e anzi il lavoro realizzato merita di avere un seguito che vada oltre ai doverosi ampliamenti delle risorse e al coinvolgimento di nuovi uffici giudiziari (a quelli Di Reggio Calabria e Catania si sono aggiunti quelli di Napoli e Palermo).
Proprio per questo sia il Dott. Di Bella che Don Luigi Ciotti hanno più volte sottolineato la necessità di realizzare un quadro normativo entro il quale inserire il protocollo, una legge quindi che consegni al progetto anche una maggiore stabilità economica e giuridica, evitando di esporlo ad equilibri politici che nulla hanno a che fare con le finalità coltivate.
Sono state queste le tematiche attenzionate anche al Senato in un incontro realizzato dalla senatrice Enza Rando, coordinatrice del comitato cultura della legalità e protezione dei minori della commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno, che ha visto i protagonisti del progetto “Liberi di scegliere” confrontarsi sulla progettualità dell’azione intrapresa già diversi anni fa. Durante l’evento la stessa senatrice ha sottolineato “Dobbiamo fare presto per portare via dai contesti mafiosi i ragazzi e concedere loro la possibilità di una vita diversa è cosa assai complicata che si confronta con minacce, condizionamenti psicologici, manipolazioni, denunce, tradimenti”.