Antiabortisti nei consultori per legge
Nella seduta parlamentare dello scorso 15 aprile si è entrato nel merito dei servizi dei consultori, che, secondo quanto esposto nell’articolo 44-quinquies, potrebbero cominciare a “avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche della collaborazione di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel campo del sostegno alla maternità”.
Tra questi fantomatici soggetti, le associazioni antiabortiste.
È bene specificare che tale emendamento non istituisce per legge il loro sistematico intervento. Risultano comunque preoccupanti le implicazioni che un riconoscimento del genere possa rappresentare.
In primo luogo, l’introduzione di enti pro-life nei consultori potrebbe intaccare la neutralità e l’obiettività del servizio sanitario, compromettendo la qualità dell’assistenza fornita con giudizi di valore.
In secondo luogo, non è da tralasciare la presa psicologica che questi hanno dimostrato di saper esercitare. Un’influenza – a tratti coercitiva – che priva le donne della possibilità di fare scelte autonome e informate, mettendo a rischio il loro benessere fisico e psicologico.
A livello internazionale, vediamo la ministra spagnola delle Pari Opportunità, Ana Redondo, commentare su X: «Permettere le molestie organizzate contro le donne che vogliono interrompere la loro gravidanza è minare un diritto riconosciuto dalla legge».
Secondo la portavoce della Commissione europea per gli Affari economici e finanziari, Veerle Nuyts, l’emendamento avanzato da FdI non c’entrerebbe nulla con il Pnrr: «Ci sono altri aspetti che non sono coperti e non hanno alcun legame con il Pnrr, compresa questa misura sull’aborto». L’Ue boccia quindi l’iniziativa.
Emblematico, invece, l’intervento di Gilda Sportiello.
La deputata del M5S, l’appena trascorso 19 aprile, si è scagliata in aula contro la proposta dei colleghi, portando avanti un’arringa dai toni accesi e intimisti.
«Non c’è scritto da nessuna parte nella legge 194 che bisogna convincere le donne a non abortire. Perché questo è il vostro obiettivo. Non sono le associazioni alla tutela della maternità che voi volete nei consultori. Sono gli antiabortisti».
Non si risparmia e, sulla stessa linea, continua: «Lo avete fatto decidere a un uomo questo emendamento. Lo avete fatto presentare ad un uomo. […] Siamo noi donne che scegliamo cosa vogliamo nella nostra vita, se essere madri o non esserlo. Nessuno ce lo concede o ce ne dà l’opportunità».