Società

“Clean girl” o “toxic aesthetic”?

Hailey Bieber, considerata come l’inventrice e iniziatrice del “clean girl trend”

Make up fresco e naturale, pelle “glowly” e priva di imperfezioni, look casual e “basic”. Sono queste le regole auree da rispettare per sembrare una degna clean girl.

Se a queste si accompagnano una severa ed articolata skin care e una routine giornaliera salutare, allora sei sulla giusta strada per poterlo diventare veramente.

Il dio Web ha esordito: il trend delle clean girl è diventato alla stregua dei dieci comandamenti per le sue giovani abitanti.

Essere alla moda e sempre sul pezzo è importante, e lo è a maggior ragione se la tendenza del momento propone valori “meritevoli”. Un’influenza positiva davanti cui non ci si può tirare indietro.

Non si può negare, di fatto, che quello delle clean girl non sia un intento virtuoso e benefico: modificare il proprio stile di vita in un modus vivendi sano.

Le clean girl vogliono prendersi cura di se stesse, vivere in un ambiente pulito ed ordinato. Desiderano adottare abitudini che incrementino la produttività e  la creatività.

In un mondo di eccessi e caos, loro promuovono il minimalismo e l’equilibrio.

Peccato che, come spesso accade, anche questa situazione sia finita all’estremo.

All’ordine si è andata a sostituire la rigidità e l’ossessione, alcuno spazio per la flessibilità o il minimo errore. Tutto deve essere scrupolosamente programmato, e il proprio aspetto impeccabile.

Chiunque non si omologhi ai dettami di questa supremacy, è pesantemente giudicato e bersagliato di critiche.

Sotto torchio, ogni clean girl è spinta sotto l’attenta lente d’ingrandimento dei social, ogni suo difetto o insignificante “neo” contestato.

«Sei troppo grassa per essere una clean girl» leggiamo sotto il post di una user di Tik Tok.

O, ancora: «Hai troppi tatuaggi», «Una vera clean girl non mangia al McDonald», «Sei piena di brufoli: una dirty girl».

A questi commenti subentrano anche le proteste di chi si definisce una “messy girl”. Ragazze che accusano il trend e le sue seguaci di aver imposto l’ennesimo ideale estetico irraggiungibile e inverosimile, e aver alimentato standard tossici e una errata percezione della bellezza.

Queste etichette, oltre che incasellarci e assoggettarci a complessi e rovinosi meccanismi psicologici, non fanno altro che assecondare la dirompente omologazione consumistica ed eliminare qualsivoglia forma di diversità e ricchezza.

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