Il Napoli di Conte naufraga alla prima: le colpe
L’esordio di Antonio Conte sulla panchina del Napoli è stato tutt’altro che trionfale. La sconfitta contro il Verona ha lasciato l’amaro in bocca ai tifosi partenopei, sollevando non pochi interrogativi sull’attuale stato degli azzurri, a 11 giorni dalla chiusura del calciomercato👇
Un castello di carte sotto assedio. Gli scaligeri, molto più in palla ed organizzati sotto la guida di Paolo Zanetti, hanno messo a nudo in soli 95 minuti tutte le fragilità di una squadra che sembrava pronta a dominare la scena. La sconfitta ha evidenziato le numerose lacune del Napoli, a partire da un reparto offensivo ancora largamente incompleto, e da una difesa che, specie nel secondo tempo, ha mostrato evidenti difficoltà nel contenere le offensive avversarie. Non è stata solo l’assenza di Victor Osimhen, attualmente ai margini del progetto azzurro, e di Alessandro Buongiorno, fermo per infortunio, a condannare i partenopei ad una disfatta tecnica non da poco.
Le scelte a disposizione del tecnico salentino per sopperire a queste assenze erano decisamente limitate, e la decisione di affidarsi a Simeone in attacco e Juan Jesus in difesa non l’ha certo premiato. La sua idea di gioco sembra non essersi ancora radicata nella squadra, apparsa imprecisa e disorganizzata. L’uscita anzitempo di Kvaratskhelia per giramenti di testa ed un sopraggiunto problema muscolare ha ulteriormente complicato la situazione, costringendo Conte a forzare dei cambi che però non hanno modificato il destino del Napoli.
Le responsabilità di questa debacle sono da condividere tra società, allenatore e giocatori. La campagna acquisti estiva, tutt’altro che esaltante e condizionata dalla mancata cessione del bomber nigeriano, ha lasciato la squadra con diversi vuoti da colmare. Il club di Aurelio De Laurentiis è chiamato ad una reazione immediata per colmare il divario e fornire a Conte gli strumenti necessari per tornare ad essere realmente competitivi. Il rischio è di ripetere gli errori della passata stagione, quando un mercato estivo poco accorto portò alla partenza di giocatori fondamentali e ad un inizio di campionato disastroso.
Io sono uno che quando parla si prende le responsabilità, stasera me le prendo, c’è da vergognarsi e chiedere scusa. Sono venuto ad allenare in questa piazza con entusiasmo perché questa piazza se lo merita. Oggi il mio cuore sanguina, spero che lo faccia anche quello di tanti calciatori.”
L’allenatore leccese, con un’affermazione tanto concisa quanto efficace, ha assorbito interamente il peso della sconfitta, manifestando un profondo senso del dovere e rivelando un coinvolgimento personale che trascende la mera dimensione professionale.
In ogni caso, il Napoli affronterà domenica prossima al “Maradona” il Bologna, fresco di qualificazione in Champions League ma anche di un recente cambio in panchina. Se si vuole riprendere la situazione in mano ed evitare un clamoroso tracollo già alla seconda giornata di campionato, sarà necessario il massimo sforzo da parte di tutti, nessuno escluso. In attesa dei rinforzi che ancora tardano ad arrivare.
Copertina📸: SSC Napoli