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La nascita di un serial killer

Cosa spinge un uomo ad uccidere? Come nasce un serial killer?

È capitato a tutti, almeno una volta, davanti ad una notizia di cronaca nera, di porsi queste domande.

Il pensiero comune è che tali criminali siano, semplicemente, dei mostri dall’anima corrotta e una indomabile sete di sangue.

In quest’ultima affermazione, vi è un qualcosa che potrebbe avvicinarsi alla realtà.

Il gene della criminalità

Effettivamente, sembra che molti serial killer nascano con una propensione naturale alla violenza. Una pulsione che possiamo ricondurre alla presenza, nel loro DNA, di una mutazione genetica.

Il gene MAOA (monoammina ossidasi A) è responsabile della produzione di un enzima deputato alla degradazione di neurotrasmettitori. Questi neurotrasmettitori, come la serotonina e la dopamina, regolano l’umore e il comportamento. Per cui, in caso di mutazione, la conseguente incapacità dell’enzima prodotto dal MAOA di svolgere il proprio compito porta a un accumulo di tali sostanze e, potenzialmente, a disfunzioni comportamentali. 

Una specifica variante del gene, conosciuta come MAOA-L è stata collegata a una maggiore impulsività e aggressività. È per questo, infatti, che parliamo di gene della criminalità.

Genetica, ambiente e danni cerebrali 

Oltre al MAOA, esistono altri fattori genetici che partecipano all’insorgere di tali propensioni.

È stato dimostrato, ad esempio, che livelli cronicamente elevati o molto bassi di cortisolo, l’ormone dello stress, possono condizionare l’incremento dell’aggressività. 

Un malfunzionamento dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, coordinatore centrale dei sistemi di risposta neuroendocrina allo stress, inoltre, potrebbe essere ereditario. Ciò renderebbe alcune persone geneticamente più reattive o meno capaci di gestire situazioni stressanti senza ricorrere alla violenza. 

Tali inclinazioni, molte volte, però, non sono altro che una eredità culturale e il risultato dell’assimilazione e interiorizzazione di modelli educativi errati. 

Come riportano diversi studi, l’ambiente in cui un bambino vive è cruciale per la sua crescita.

Se esposti a maltrattamenti fisici, emotivi o sessuali, i bambini possono sviluppare disturbi della personalità o comportamenti antisociali che, in concomitanza con il possesso del gene MAOA difettoso, hanno la probabilità di comportare la manifestazione di un istinto violento.

Vi è, infine, da considerare quelle che sono le lesioni cerebrali dovuti ai traumi cranici.

Come è stato riscontrato in numerosi serial killer che hanno subito danni significativi, i traumi cranici possono pregiudicare il funzionamento del cervello, e, in particolare, intaccare aree responsabili della regolazione delle emozioni e dell’inibizione comportamentale, come l’amigdala e la corteccia prefrontale.

Va chiarito, però, che non esiste, a quanto sappiamo, una determinazione genetica del crimine. Le persone che possiedono la versione MAOA-L , così come chi è “sensibile” allo stress o è stato cresciuto in contesti degradanti, non sono automaticamente destinate a diventare violente o dei criminali.

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