GeneralePsicologia e RelazioniSocietà

La minaccia dello stereotipo

Il concetto di “minaccia dello stereotipo” è stato elaborato per la prima volta negli anni ’90, dagli psicologi Claude Steele e Joshua Aronson. 

Steele e Aronson, in un esperimento sociale poi divenuto famoso, chiesero a un gruppo di studenti, misti fra afroamericani e bianchi, di sostenere un test. 

Quando credevano che questo fosse una misura delle loro capacità intellettuali, gli studenti afroamericani ottenevano punteggi inferiori. Quando, però, veniva detto loro che il test niente avesse a che vedere con la sfera cognitiva, le differenze di performance scomparivano. 

La semplice aspettativa di dover confermare uno stereotipo negativo, quindi, sembrava innescare in loro una condizione di stress tale da comprometterne i risultati.

Nella pratica, la minaccia dello stereotipo porta davvero a una maggiore attivazione psicofisiologica. Tale reazione può, infatti, compromettere la memoria di lavoro e la capacità di risolvere problemi complessi. Causa, inoltre, un “burnout” più rapido.

Questo concetto, estendibile in molte altre situazioni, è estremamente rilevante per comprendere l’impatto considerevole che pregiudizi impliciti e culturali possono assumere nelle nostre vite.

La minaccia dello stereotipo… di genere

Le conseguenze della minaccia dello stereotipo vanno ben oltre il singolo test o la singola prestazione. 

Nel lungo termine, tale minaccia può erodere l’autostima, ridurre la fiducia in se stessi e influenzare le scelte di carriera. Può consolidare gli stessi pregiudizi alla sua base e farne una verità universalmente riconosciuta.

Le donne, ad esempio, consapevoli di dover dimostrare costantemente il loro valore in settori dominati prettamente da uomini, si trovano spesso ad evitare di intraprendere determinati percorsi accademici e professionali, proprio per tale motivo. 

Circa il 73% dei lavoratori nelle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) sono uomini, mentre le donne costituiscono solo il 27%. 
Nelle posizioni STEM, inoltre, solo il 25-30% dei ruoli dirigenziali è affidato alle donne.

La loro presenza nei settori umanistici è maggiore, con una netta preponderanza in ambiti come l’insegnamento, la letteratura e le scienze sociali.

È un’arma a doppio taglio, se ben guardiamo. 

Fomenta l’idea che vi siano professioni maschili e professioni femminili e che vi sia una qualche predisposizione naturale che renda gli uni o gli altri più o meno adatti a ricoprirle.

Sulle donne, inoltre, grava anche il “soffitto di cristallo”, una barriera invisibile che impedisce loro di avanzare verso posizioni di leadership. 

La minaccia dello stereotipo può contribuire a rafforzarla, poiché assumersi rischi ed esporsi, ed eventualmente fallire, potrebbe essere interpretato come una conferma delle loro presunte debolezze.

Loading

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *