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Le canary girls

Le donne dalla pelle color canarino

Manifesto che invita le donne a fare “la loro parte” nella guerra e illustrazione di Jess Milton

Quando scoppiò la Seconda guerra mondiale, le esigenze dell’industria bellica britannica, come quella di molti altri paesi, aumentarono esponenzialmente. Con gli uomini inviati al fronte, le fabbriche di munizioni si svuotarono, e le donne si ritrovarono a colmare il vuoto lasciato. Migliaia di loro risposero alla chiamata, entrando in ambienti di lavoro che mai si erano sognate di poter vedere.

Tra i vari compiti assegnati, uno dei più rischiosi era la manipolazione del tritolo (TNT), un esplosivo altamente instabile utilizzato nella produzione di bombe, granate e proiettili. 

Le donne che vi lavoravano a stretto contato non erano né addestrate né adeguatamente protette. Maneggiarlo causò loro danni imprevedibili.

Una delle manifestazioni fisiche più evidenti fu il cambiamento del colore della pelle, che assunse una brillante tinta giallastra. Vennero così chiamate “canary girls”, letteralmente ragazze canarino.

L’esposizione al TNT aveva, però, effetti ben più gravi. Le lavoratrici iniziarono a soffrire di mal di testa, nausea, vertigini e irritazioni cutanee. 

L’assorbimento continuo della sostanza danneggiò loro il fegato, provocò anemia e, in alcuni casi, portò alla morte.

Un pericoloso esplosivo come cosmetico di fortuna

Un aspetto meno noto ma altrettanto affascinante della storia delle canary girls riguarda un’oscura pratica legata al TNT. 

Alcune di queste lavoratrici, consapevoli della particolarità di questa sostanza chimica, cominciarono a sfruttarla a loro vantaggio. Rubando piccole quantità di tritolo, riuscirono a trasformare un pericoloso esplosivo in cosmetici di fortuna.

Approfittando delle sue proprietà coloranti, infatti, lo utilizzarono per tingersi unghie e capelli.

Per quanto possa sembrare assurdo, l’uso di sostanze nocive per fini estetici non era tanto raro in periodi di crisi come la guerra.

Questa pratica rifletteva il forte desiderio di queste donne di mantenere un senso di femminilità, di esercitare un minimo controllo sulla propria vita. La realtà delle fabbriche era estenuante, pericolosa, dura, e ogni tentativo di trovare bellezza o normalità in quel caos è una forma di resistenza.

Solo di recente la loro storia ha iniziato a ricevere l’attenzione che merita. Il loro coraggio viene riconosciuto come parte integrante del racconto della Seconda guerra mondiale. Oggi, ricordare le canary girls significa rendere omaggio a tutte quelle donne che, con il loro sacrificio e la loro resilienza, hanno contribuito a forgiare il corso della storia, dimostrando che la guerra non si combatteva solo al fronte, ma anche nelle fabbriche, nei campi e nelle case, e che ognuno, nel proprio piccolo, poteva fare la differenza.

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