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Roma nel caos: le conseguenze dell’esonero di De Rossi e il futuro incerto del club 

L’esonero di Daniele De Rossi e le dimissioni della CEO Lina Souloukou hanno scatenato una tempesta nell’ambiente giallorosso, lasciando i tifosi della Roma in cerca di risposte. 👇 

📷 Daniele De Rossi, 41 anni, ex allenatore della Roma

L’esonero inaspettato

La Roma ha compiuto una scelta inaspettata mercoledì scorso, esonerando Daniele De Rossi senza offrire spiegazioni precise. È difficile pensare che si tratti di una decisione puramente tecnica, poiché dietro l’allontanamento dell’ex capitano sembrano celarsi motivazioni più complesse, verosimilmente legate a problemi dirigenziali mal gestiti. Nonostante i Friedkin abbiano pubblicamente ringraziato De Rossi per il suo contributo, riconoscendone il ruolo di icona del romanismo e il legame con il vivaio giallorosso, il suo forte legame emotivo con la squadra non è stato sufficiente a garantirgli la permanenza. 

Le dimissioni della ceo Souloukou

Nel frattempo, la società ha subito nominato Ivan Juric come nuovo allenatore, una mossa che sembra guidata da ragioni economiche, con l’obiettivo di mantenere un equilibrio nei bilanci. Tuttavia, l’esordio del tecnico ex Torino, avvenuto domenica, è stato oscurato da un altro terremoto: le dimissioni di Lina Souloukou, ormai ex CEO della Roma. La manager greca, che aveva assunto un ruolo controverso durante il mercato estivo, ha lasciato il suo incarico in modo silenzioso, apparentemente per sfuggire alle crescenti proteste dei tifosi, trasformatasi poi in vere e proprie minacce. Il punto di rottura per la Souloukou è stato il tentativo di cedere Paulo Dybala all’Arabia Saudita. La trattativa, avviata senza considerare l’importanza dell’attaccante argentino per la squadra, ha scatenato un vero e proprio terremoto tra i supporter giallorossi. Sebbene Dybala alla fine abbia scelto di rimanere alla Roma, l’episodio ha ulteriormente incrinato la posizione della Souloukou, rendendo le sue dimissioni una mossa inevitabile. 

📷 Lina Souloukou, ex CEO Roma, alla 29ª assemblea generale dell’ECA

Un direttore sportivo invisibile

Anche Florent Ghisolfi, responsabile dell’area tecnica giallorossa, si trova ora in una posizione delicata. Quello che doveva essere un progetto a lungo termine in casa Roma, accuratamente pianificato in questi mesi, sembra essere crollato sotto il peso delle aspettative. Ghisolfi, mai presentato ufficialmente ai media e ai tifosi, ha visto la sua gestione segnata da ritardi imbarazzanti. Hermoso e Hummels sono arrivati solo a fine mercato a parametro zero, mentre Koné e Saelemaekers sono stati ingaggiati nelle ultime ore utili per completare le operazioni. Il mancato arrivo di un rinforzo di qualità sulla fascia destra, richiesto da De Rossi per mesi, ha ulteriormente alimentato le critiche nei suoi confronti. Anche l’acquisto di Enzo Le Fée, fortemente voluto da Ghisolfi, si è rivelato problematico a causa di un infortunio al ginocchio che ha costretto il giocatore francese a fermarsi per un mese. Adesso, anche Ghisolfi è sotto osservazione da parte dei Friedkin, i quali non sembrano più disposti a tollerare ulteriori errori.

Gli investimenti dei Friedkin

A complicare ulteriormente la situazione, il 23 settembre il gruppo Friedkin ha annunciato l’acquisizione dell’Everton. La mossa ha sollevato molte domande tra i tifosi della Roma: quale sarà ora il destino del club capitolino, con i Friedkin che si apprestano a gestire anche una squadra in Premier League? La priorità della proprietà americana sembra ora quella di evitare la retrocessione dell’Everton, attualmente ultimo in classifica, al pari di Southampton e Wolverhampton.

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Considerato l’ambiente in subbuglio, resta da capire come questa nuova avventura in Premier League influenzerà la gestione della Roma.

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