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La danza della morte

Immagina di trovarti in una piazza del 1500, in una piccola città europea. All’improvviso, una donna inizia a ballare. La cosa bizzarra, però, è che non si ferma, né sembra volerlo e poterlo fare. Ben presto, anche altre persone si uniscono a lei e, nel giro di pochi giorni, a decine e forse a centinaia sono coinvolte in questa danza sfrenata, come possedute da un impulso misterioso. 

Sembrerebbe essere una nota fiaba dei fratelli Grimm. Peccato che questa storia niente abbia a che vedere con scarpette logore e dodici principesse danzanti. 

Non è uno scherzo: negli annali, veramente si ha traccia di una epidemia di danza.

L’inizio della folle danza

Nota anche come peste del ballo, l’epidemia di danza ebbe luogo a Strasburgo, in Francia, nell’estate del 1518. 

Cominciò in modo apparentemente innocuo. Una donna, di nome Frau Troffea, senza alcun motivo preciso, come raccontato sopra, iniziò a ballare in strada. Non era una danza gioiosa, ma un movimento ininterrotto, quasi meccanico. Nonostante la stanchezza evidente, continuò, però, per ore.

Nelle settimane successive, altre persone iniziarono a imitarla e il numero dei ballerini salì in modo esorbitante. Non si trattava di una festa, come pensarono all’inizio le autorità, che ingaggiarono, per l’occasione, anche musicisti e professionisti per incoraggiare e gestire l’evento. Queste persone non riuscivano a smettere. Ballavano fino all’esaurimento e alcuni finirono anche per morire, colpiti da infarti, ictus o, semplicemente, per sfinimento.

Alcuni documenti dell’epoca stimano che il numero degli infetti raggiunse, quell’estate, quasi le quattrocento persone.

Dopo circa un mese di questo caos, la situazione divenne insostenibile. In molti erano già morti per l’incredibile sforzo fisico e il fenomeno si stava diffondendo a macchia d’olio. A quel punto, le autorità cambiarono strategia. Abbandonarono l’idea di trarre profitto dall’evento e decisero di far purificare ed esorcizzare i “posseduti”, trasferiti in un santuario dedicato a San Vito, il santo protettore contro le malattie nervose.

Progressivamente, il numero dei danzatori si ridimensionò, e, con l’arrivo dell’autunno, l’epidemia scomparve così com’era apparsa.

Cosa ha provocato l’epidemia?

A distanza di secoli, non abbiamo ancora risposte. Tuttavia, nel tempo, sono state avanzate diverse teorie.

La spiegazione più plausibile è che si sia trattato di un caso di isteria collettiva. Alcuni suggeriscono anche il disturbo psicogeno di massa, ossia un comportamento anomalo che si diffonde rapidamente in un gruppo, come reazione psicologica a stress o condizioni estreme. 

Un’altra teoria sostiene, invece, che l’epidemia di danza sia stata causata dall’ergotismo, una malattia indotta dal consumo di segale contaminata dal fungo Claviceps purpurea. Un micete che produce sostanze tossiche, il cui effetto è simile all’LSD.

La vicinanza del fenomeno alla figura di San Vito, però, hanno diffuso l’idea che l’epidemia fosse, in realtà, una punizione divina.

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