Chi erano i Kurgan, i popoli originari del Sanscrito?
Noi “europei” tendiamo spesso a considerarci appartenenti a una cultura unica escludendone altre. In realtà non sappiamo che nella “archeologia” del nostro sangue ci sono tracce di popoli indigeni di origine indoeuropea: stiamo parlando dei Kurgan. La dimostrazione a questo proposito viene data dai test dell’archeogenetica che hanno esaminato il DNA di 94 scheletri provenienti dall’Anatolia, risalendo – grazie a un confronto con i reperti linguistici e archeologici riguardanti la cultura indoeuropea – all’origine del Sanscrito legata ai Kurgan.
Alla conquista del Neolitico
I Kurgan erano una popolazione di pastori e guerrieri nomade, che abitava la steppa a est dell’Ucraina e a sud della Russia. Secondo alcuni dati storici, la loro espansione verso il Continente europeo sarebbe avvenuta tra il 4000/1000 a.C., per sottomettere i pacifici agricoltori del Neolitico.
Pertanto, secondo altre fonti, la loro espansione, più che seguire un principio di subordinazione di altri popoli, fu un pretesto per diffondere pacificamente l’arte della coltura dopo la scoperta degli europei dei cereali in Anatolia.
Cultura e il sistema sociale dei Kurgan
Quella dei Kurgan era una cultura patriarcale che consisteva nella tripartizione funzionale della religione e della società secondo tre principi fondamentali: l’ambito sacro, l’ambito militare e l’ambito produttivo ed economico.
L’ambito sacro dei Kurgan
In ambito sacro, le tre divinità adorate dai Kurgan erano Giove, Marte e Quirino, simboli della conoscenza, della guerra e della fertilità.
Inoltre, anche il re era visto come un ente divino: tutti ambivano a divenire bardi, i più invidiati divulgatori della sua stirpe, o poeti itineranti, che godevano di una meno influente reputazione. Il re – che era a sua volta capo dei clan formati dalle grandi famiglie patriarcali – doveva assicurare, infatti, prosperità e benessere materiale ai suoi sudditi. Se non ne era capace, allora veniva sostituito da un altro aspirante governatore attraverso un cerimoniale di consacrazione: il matrimonio con la giumenta, ossia la divinità locale.
L’ambito produttivo e militare dei Kurgan
Come abbiamo già detto, quella dei Kurgan era una cultura patriarcale di guerrieri che combattevano reciprocamente per accaparrarsi il bestiame, unendo al contempo le loro forze nei combattimenti con nemici esterni alla popolazione.
Le famiglie kurgan che componevano i clan erano a loro volta governate da un paterfamilias, anche detto “dom-potis”. L’accoppiamento civile tra due persone poteva avvenire attraverso tre tipi di matrimonio: il matrimonio con amore consumato (la fuga dei giovani innamorati), il matrimonio con rapimento della sposa da parte del guerriero, e, infine, il matrimonio combinato, il più diffuso tra le famiglie. Quando, dopo il matrimonio, lo sposo e la sposa decidevano di avere un figlio, questi doveva essere “battezzato” dal paterfamilias, il quale lo poggiava sulle ginocchia: da quel momento, il nascituro era riconosciuto come nuovo membro della famiglia.