La morte: Una “fine definitiva” o un “passaggio naturale”?
E tu sapevi che per alcune società del mondo la morte è vissuta come una festa? È difficile per una cultura come la nostra associare la morte a un fenomeno positivo, eppure per alcune civiltà questa è considerata tale e rappresenta addirittura un momento di “elevazione spirituale”.
Tra le culture che celebrano positivamente la morte, quella africana dei Dogon è probabilmente la più esemplare. In Mali, la morte viene celebrata come una “transizione cosmica”. I defunti spesso sono commemorati attraverso danze e canti, rendendoli partecipi delle cerimonie dei vivi. La morte, per questa splendida civiltà, rappresenta “una fase dell’evoluzione” che va festeggiata piuttosto che temuta.
Una cultura esemplificativa di una tradizione simile è quella dei tibetani: per loro la morte è un momento sacro di “liberazione spirituale”, a cui ci si prepara attraverso la meditazione.
Un’interessante commemorazione dei defunti che vale la pena citare è quella dei Rapa Nui, gli abitanti dell’Isola di Pasqua: i cosiddetti Moai, che probabilmente alcuni della Gen Z conoscono grazie al cartone Kinder & Ferrero “La pallastrike sull’isola di Pasqua”, sono delle sculture che mettono in contatto il “mondo dei vivi” con quello dei morti.
L’elaborazione del lutto
Per alcune religioni come il Cristianesimo, la morte viene in genere celebrata attraverso funerali e messe in suffragio, che servono a commemorare la vita del defunto che ha lasciato i suoi cari nella speranza di rincontrarlo dopo la morte.
Addirittura, in alcune culture dell’Indonesia e delle Filippine, è usuale tenere la salma del defunto in casa per elaborare la sua morte e mantenere un rapporto più intimo con la preghiera e i rituali di commemorazione.
La morte come “evento social”
Nell’era digitale, è sempre più comune condividere con gli altri i ricordi tramite i Social Network, che ci permettono di comunicare e condividere pensieri in ogni momento della nostra vita.
Molte persone, grazie alla possibilità di permanenza dei posts garantita dai Social, proiettano all’interno di questi ultimi delle immagini o dei pensieri in memoria delle persone care che non ci sono più. Questo dà loro la possibilità di mantenere il ricordo “fisico” intatto nel tempo e di ricevere supporto emotivo dalla comunità di amici e persone che visualizzano il contenuto.
Il rispetto della morte in tutti i suoi significati
Insomma, la morte, oggi più di ieri, è vissuta in maniera più razionale, probabilmente per via della secolarizzazione e della modernizzazione che hanno portato a sviluppare un pensiero più materialista ma non privo di emozioni riguardo agli eventi della vita. Tuttavia, sapere che per molte culture la morte rappresenti un obbiettivo per la liberazione dello spirito, ci fa capire come la verità assoluta delle cose in realtà non esiste, e, che, prima di criticare qualcosa che non ci appartiene, bisogna immedesimarsi nella cultura di chi la vive. Sei d’accordo?