Alessandro Buongiorno, il muro azzurro
Sull’attuale primato in classifica del Napoli di Conte incidono le grandi prestazioni del centrale con la maglia numero quattro. Un muro invalicabile, cresciuto in modo esponenziale negli ultimi due anni👇
Altri novanta minuti di fuoco, grinta e applicazione per un inizio di stagione super. Se il Napoli è uscito indenne dalla sponda nerazzurra di San Siro, mantenendosi in vetta almeno fino al termine della sosta, una quota del merito è da attribuire all’ennesima solidissima prestazione difensiva offerta da Alessandro Buongiorno. L’ex Torino, in coppia con un rivitalizzato Rrahmani, ha saputo neutralizzare di fatto i due maggiori pericoli per la porta napoletana: Lautaro e Thuram, non esattamente gli ultimi arrivati. La palma di “Man of the match” sarà pure andata al compagno di reparto kosovaro(autore dell’assist per il momentaneo 0-1 di McTominay) ma i quotidiani sono stati unanimi nel riconoscere la grande prova del numero quattro azzurro, sulla scia di un avvio di campionato che lo ha visto assoluto protagonista nella squadra che attualmente guarda tutti dall’alto.
La crescita in numeri. Due anni or sono, Ivan Jurić decide di affidargli la titolarità nella difesa a tre del suo Toro. Una iniezione di fiducia importante per il ragazzo formatosi nel settore giovanile granata, che già dalla stagione 20/21 figura nelle rotazioni del tecnico croato. Da lì in avanti la crescita di Alessandro Buongiorno è stata verticale: personalità da leader, concentrazione da veterano e uno strapotere fisico impressionante. Gli ingredienti giusti, questi ultimi, per disimpegnarsi al meglio una volta piazzato al centro del reparto, in mezzo all’esperto Rodriguez e al giovane Schuurs. Prestazioni in serie di livello sempre più alto, culminate nella straordinaria annata 23/24 che ha visto il Torino chiudere al nono posto(proprio davanti al Napoli) con il miglior piazzamento della gestione Jurić e la quarta miglior difesa di tutta la Serie A(appena 36 le reti subite) e una notevole incidenza su tali numeri da parte del talento cresciuto in casa.
Il salto in una big era solo questione di tempo, un altro step da conseguire in modo naturale. E allora se il “no grazie” di inizio estate alla Juventus era dettato da ragioni di cuore più che dalla mancanza di ambizione, e la volontà di fare un’esperienza all’estero(Chelsea) non era ancora maturata, il torinese non ha tardato ad accettare la corte del Napoli, nonostante un inserimento in extremis tentato dall’Inter. A pesare in maniera decisiva sulla scelta di Buongiorno è stata senz’altro la presenza sulla panchina partenopea di un allenatore del calibro di Antonio Conte, uno dei pochi che avrebbero potuto massimizzarne le prestazioni. L’idea di base del salentino, per ricostruire il Napoli dopo la scorsa disastrosa stagione, era di ricominciare proprio dalla difesa. E’ da lì che partono le grandi squadre. Niente più colabrodo, ma una nuova inespugnabile fortezza, perché in Italia ad arrivare fino in fondo è chi concede meno degli altri.
In breve tempo, davanti a Meret è stato eretto un muro a prova di bomba e lo scontro al vertice con l’Inter di Inzaghi(miglior attacco della Serie A 23/24) non ha fatto che confermarlo. Buongiorno in formato deluxe anche nella difesa a quattro, con una percentuale di intercetti e duelli vinti semplicemente incredibile, e un Rrahmani tornato ad essere quel difensore attento e affidabile ammirato nella stagione dello scudetto. Finalmente i tifosi napoletani possono dormire sonni tranquilli; con un anno di ritardo, gli azzurri si sono assicurati il degno erede di Kim-Minjae. Il pilastro che fa sognare un intero popolo.