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“The Raid – Redenzione” – Puro caos adrenalinico

Ci sono film d’azione, e poi c’è The Raid – Redenzione (2011), un’esplosione di brutalità e maestria marziale che non lascia un secondo di respiro. Diretto dall’indonesiano Gareth Evans, questo gioiello del cinema action ha ridefinito il genere, mescolando coreografie spettacolari, tensione alle stelle e una narrazione semplice ma efficace come un pugno ben assestato.

La trama è diretta come una coltellata nel buio: Rama (Iko Uwais), un giovane poliziotto d’élite, fa parte di una squadra incaricata di sgominare un cartello criminale nascosto in un palazzone di Giacarta, controllato dal pericoloso signore della droga Tama Riyadi. Ma quello che doveva essere un raid mirato si trasforma presto in un massacro: la squadra viene intrappolata nell’edificio e deve combattere per sopravvivere contro un esercito di criminali pronti a tutto.

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Ciò che rende The Raid una bomba di adrenalina è il suo ritmo frenetico. Non c’è spazio per respiri profondi o momenti di pausa, solo combattimenti coreografati con una precisione maniacale. Il Pencak Silat, arte marziale indonesiana praticata dal protagonista Iko Uwais, trasforma ogni scontro in una danza letale, fatta di calci volanti, prese micidiali e colpi che sembrano sgretolare le ossa attraverso lo schermo.

Ma dietro i pugni e i proiettili, il film ha anche un’anima. Rama non è un eroe invincibile, ma un uomo che lotta per tornare dalla sua famiglia. C’è una sottile ma potente tensione emotiva che scorre tra le sequenze di combattimento, in particolare nel suo confronto con l’implacabile Mad Dog, un antagonista che sembra nato per il caos.

La regia di Evans è secca, dinamica, brutale. La macchina da presa segue i combattimenti con un’energia quasi documentaristica, immergendoti completamente nell’azione. Niente montaggi frenetici che confondono: ogni colpo è chiaro, ogni impatto è un colpo allo stomaco per lo spettatore. E la colonna sonora elettronica, curata da Mike Shinoda dei Linkin Park, amplifica l’intensità fino a livelli quasi insopportabili.

Se sei abituato agli action hollywoodiani pieni di effetti speciali, The Raid ti farà cambiare prospettiva. Qui non ci sono superuomini, solo carne, ossa e sudore. È un’opera d’arte della violenza, un’esperienza che lascia senza fiato e che, una volta finita, fa venire una sola voglia: rivederla immediatamente.

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