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NotizieSport

Torna la pubblicità del betting nel calcio? C’è la proposta in Senato

La maggioranza di governo intende ripristinare la possibilità(vietata dal 2018) di pubblicizzare siti di scommesse all’interno del circuito del calcio. La proposta è stata già approvata in commissione Cultura al Senato👇

📸okcalciomercato – Betting e pubblicità, tutto come prima: la proposta arriva da un parlamentare di Fratelli d’Italia – voceliberaweb

A distanza di sette anni dall’entrata in vigore del c.d. “Decreto Dignità”, l’attuale maggioranza di Governo sarebbe intenzionata ad abolire uno dei divieti contenuti nello stesso: quello relativo alla pubblicità dei siti di scommesse nel mondo del calcio. Il predetto decreto, introdotto dal primo Governo Conte nel 2018, vieta espressamente di pubblicizzare il betting sulle maglie delle squadre, su cartelloni e banner negli stadi, sui giornali e in televisione. Una norma, voluta fortemente dall’allora esecutivo, che mirava a contrastare il dilagante fenomeno della ludopatia, prevedendo una forma di tutela per le categorie di utenti più a rischio (minorenni e persone anziane), ma che sin da subito, oltre a mostrarsi largamente inefficace, si è attirata le critiche degli operatori di settore nonché dalle stesse società calcistiche, che vedevano nel provvedimento la causa di un sostanziale danno economico.

Ecco che lo scorso mercoledì, in seno alla commissione Cultura del Senato, è stato compiuto il primo passaggio formale dell’iter legislativo che potrebbe portare al ripristino della pubblicità dei siti di scommesse in Italia. A formulare la proposta è stato il senatore Paolo Marcheschi (Fratelli d’Italia), includendola nella risoluzione sulla “riforma del calcio italiano” con la quale si intende fornire al Governo Meloni la base di indirizzo politico per operare delle modifiche al regolamento del calcio professionistico, tra cui vi è appunto la questione legata al betting e alla sua sponsorizzazione, che tornerebbe così libera. Non che, in verità, non lo sia stata ugualmente a dispetto di quanto previsto sul piano normativo.

Fatta la legge, trovato l’inganno. Se è pur vero che il “Decreto Dignità” fa espresso divieto di qualunque forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite in denaro, effettuata su qualunque mezzo, va detto che da allora le stesse società di calcio, di concerto con gli operatori, si sono ingegnate per aggirarlo. Contratti di sponsorizzazione sono stati stipulati con siti che formalmente aggiornano l’utenza su notizie e risultati sportivi ma che, di fatto, sono collegati a vere società di scommesse cui devono il loro stesso nome (vedasi eurobet.live o pokerstarsnews.it).

Allo stesso modo, non sarà sfuggito come prima dell’inizio di una partita, o durante l’intervallo, siano regolarmente trasmessi in tv degli spot in cui si confrontano live le quote di svariati siti di scommesse sulla gara in corso. Di pubblicità si tratterebbe, eppure nessuna violazione del decreto: contenuti del genere sono ritenuti ammissibili in quanto, secondo le linee guida dettate dall’Autorità garante delle comunicazioni(AGCOM), non fanno una pubblicità diretta, ma si limitano a fornire delle informazioni, producendo però, nei fatti, un tradimento reale della norma approvata sette anni fa, e che adesso sarebbe in procinto di venire abrogata dall’attuale governo.

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