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Lazio: Un’eliminazione specchio di una gestione insufficiente

La Lazio è fuori dall’Europa League. Un’eliminazione, quella col Bodo/Glimt ai calci di rigore, inaspettata ma che può trovare una spiegazione nella gestione societaria insufficiente del club biancoceleste.

Il ritorno col Bodo

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Dopo la sconfitta per 2-0 in terra norvegese, la Lazio di Marco Baroni era chiamata all’arduo compito di ribaltare il risultato dell’andata. Supportata da un Olimpico gremito di tifosi, i biancoclesti hanno dominato il match: il colpo di tacco di Castellanos nel 1° tempo e il gol al 93° di Noslin hanno permesso alla squadra di casa di riacciuffare la parità.

Anche i tempi supplementari erano iniziati nel migliore dei modi, ossia col gol di Dia che ha, persino, ribaltato il risultato totale. Ma la gioia per la remuntada è durata solo qualche minuto: al 109°, appena 9 minuti dopo il gol di Dia, ecco la rete degli ospiti con Helmersen. Lo stesso Helmersen verrà poi espulso ad un minuto dal termine, un’espulsione ininfluente vista la parità al termine dei supplementari e, dunque, in previsione dei calci di rigore.

I tiri dal dischetto risultano fatali alla Lazio: la parata di Mandas al primo rigore è solo una pura illusione, spezzata dagli errori di Tchaouna, Noslin e Castellanos, che decretano il passaggio del turno del Bodo/Glimt e la conseguente eliminazione degli aquilotti.

Lo specchio della gestione insufficiente

Nonostante una differenza notevole in termini di qualità fra le due compagini, con quella italiana nettamente superiore ai rivali nordici, ad uscire dalla competizione è stata proprio la Lazio. Per spiegare questa eliminazione si potrebbero fare diverse riflessioni, considerando alcuni errori commessi proprio dal club della capitale.

Un primo evidente errore riguarda la lista degli uomini presenti nella lista UEFA: l’esclusione di Pellegrini e il non inserimento del neo arrivato Belahyane, soprattutto considerando le defezioni e gli infortuni che recentemente hanno colpito la squadra romana. Emblematico è il caso Tavares, calciatore che anche nella partita da poche ore conclusa è ricaduto nell’ennesimo infortunio stagionale, nonostante fosse entrato nella ripresa, che ha costretto Baroni a sostituirlo con Hysaj. È proprio quest’ultimo che perde la marcatura su Helmersen in occasione del gol dell’attaccante norvegese. Tutto questo, probabilmente, non sarebbe accaduto se Pellegrini fosse stato inserito nella lista, con quest’ultimo che, plausibilmente, avrebbe evitato l’ingresso di Tavares, e dunque il suo infortunio, e la conseguente sostituzione per Hysaj.

Altro errore riguarda il mercato della società capitolina: sembra un segno del destino i rigori sbagliati da Tchaouna e Noslin, entrambi acquistati nella scorsa sessione estiva di calciomercato per cifre non irrilevanti (circa 8 milioni il primo e circa 16 il secondo), ma che sono autori di una stagione deludente. Due errori che simboleggiano il mercato non all’altezza della società, la quale poteva optare per altri giocatori più affermati.

Un ulteriore sbaglio è visibile anche nella scelta di far tirare il 5° rigore della serie a Castellanos, data la condizione fisica del calciatore inequivocabilmente precaria a causa dei 120° minuti disputati in partita.

Insomma, sono tanti gli errori commessi dal club biancoceleste che hanno portato all’eliminazione dall’Europa League. Un vero peccato, sopratutto considerando il 1° posto ottenuto nel maxi girone a 36 squadre e la portata dell’avversario in questione tutt’altro che imbattibile.

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