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È morto Papa Francesco, il “Pontefice del popolo”

Alle 7:35 di questa mattina si è spento Papa Francesco. Eletto il 13 aprile 2013, si insediava dopo le storiche dimissioni di Papa Benedetto XVI. Jorge Mario Bergoglio è stato il 266esimo successore di Pietro, primo pontefice sudamericano e primo di formazione gesuita. Francesco si trovava a Casa Santa Marta, lì dove aveva scelto di trascorrere la degenza successiva al ricovero del Gemelli. Lo scorso 17 dicembre aveva compiuto 88 anni.

L’annuncio della morte

Alle ore 9:47 di questa mattina, Sua Eminenza, il Cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa, ha annunciato con estremo dolore la morte di Papa Francesco: “Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino”.

L’elezione

Secondo i retroscena di diversi vaticanisti Bergoglio fu vicino all’elezione come sommo pontefice già nel 2005, l’anno in cui invece fu poi scelto Joseph Ratzinger quale successore di Giovanni Paolo II. All’epoca arcivescovo di Buenos Aires, Bergoglio raccolse un cospicuo numero di voti, salvo poi chiedere lui stesso che le preferenze venissero orientate per la figura di colui che sarebbe stato Benedetto XVI. Nel 2013, dopo la rinuncia al ministero petrino da parte del Vicario di Roma, dopo ben 5 scrutini, Bergoglio viene eletto Papa. Nei suoi 12 anni di pontificato Francesco si è contraddistinto per una politica ecclesiastica costruita sugli ultimi, sulla misericordia e sulla povertà. Per certi versi cancella la figura regale del pontefice, abbandona alcuni degli elementi e delle usanze caratteristici, almeno fino a quel momento, dell’istituto papale. Con uno stile umile, Bergoglio è stato il” Papa del popolo”.

 Bergoglio alla finestra a San Pietro dopo l’elezione il 13 marzo 2013 (ANSA/EPA/MICHAEL KAPPELER)

Il papato di Francesco e le riforme

Scrive ben 4 encicliche e con la seconda di queste, “Laudato sì”, attenziona le tematiche ambientale, mettendo in rilievo le interconnessioni tra la crisi ambientale e quella sociale. Certamente una novità per la Chiesa. Ma Papa Francesco è stato un grande innovatore sotto tantissimi aspetti. Lo confermano le tante riforme strutturali da lui avviate e realizzate, capaci spesso di muovere obiezioni e proteste da una parte e fiducia e appoggia dall’altra anche all’interno della Santa Sede.

Tra le innovazioni più significative ci sono state la creazione del “Consiglio dei Cardinali”, un organo che in questi anni ha avuto il compito di assisterlo in tante delle decisioni da lui prese, e quella nel 2015 della “Segreteria per le Comunicazioni”. L’anno successivo invece sono stati costituiti i Dicasteri per i laici, la famiglia e la vita e quello per il servizio dello sviluppo umano integrale, mentre nel 2022 è stata promulgata la Costituzione apostolica “Praedicate Evangelium.

Papa Francesco ha messo mano anche sul tanto discusso “IOR”, l’Istituto per le Opere di Religione, cercando di assumere una gestione più diretta dello stesso, professando una maggior trasparenza sull’operato di un organo che in passato è stato al centro di diversi scandali. Proprio in ambito finanziario, nel 2014, Francesco ha mosso passi importanti istituendo la “Segreteria per l’Economia”, trovandosi però in un secondo momento a gestire scandali importanti come quello che ha coinvolto il cardinale Angelo Giovanni Becciu per la gestione fraudolenta dei fondi della Segreteria di Stato e che ha visto quest’ultimo investito da una vicenda giudiziaria che si è conclusa con una condanna a 5 anni e 6 mesi di reclusione e la decisione del Papa di privarlo dei diritti del cardinalato.

L’imminente conclave

Successivamente ai funerali di Papa Francesco si aprirà il conclave che porterà alla nomina del nuovo Santo Padre. Già nel periodo del ricovero, quando in molti immaginavano una prossima dipartita del Pontefice, si sono vagliati i possibili profili sui quali si incontreranno le riflessioni e le valutazioni dei cardinali. Certamente Francesco è stato una delle più grandi espressioni di un’area progressista della Chiesa che oggi comunque vanta diversi sostenitori (molti dei cardinali che costituiranno il Conclave sono stati nominati proprio da Bergoglio).

L’analisi del profilo corretto rifletterà certamente la necessità di individuare un profilo che sia la giusta sintesi tra visone pastorale, capacità di guidare l’istituzione della Chiesa e abilità nell’inserirsi in un contesto sociale e (anche geopolitico) oggi assai complicato. La figura del Pontefice ha avuto da sempre assai peso nei momenti più critici della storia globale, anche per questi motivi la scelta del Conclave dovrà essere particolarmente oculata.

I possibili nomi del successore di Francesco

Guardando all’attuale posizione e visibilità negli equilibri della Santa Sede, cardinali come Pietro Parolin (al momento Segretario di Stato) e Luis Antonio Tagle (Dicastero per l’Evangelizzazione) risultano essere dei nomi capaci di raccogliere un certo gradimento, rafforzato dalle importanti reti di relazioni all’interno del Collegio dei Cardinali. Da un punto di vista spirituale spiccano Jean-Marc Aveline (Arcivescovo di Marsiglia) e, in particolar modo, il Cardinale Matteo Maria Zuppi (Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI). Il nome di quest’ultimo sarebbe da molti apprezzato perchè capace di far da ponte tra la corrente dei progressisti e quella dei moderati, venendo ad essere un profilo molto in linea con il pontificato di Francesco ma con una maggiore attitudine alla diplomazia.

Già l’elezione di Bergoglio nel 2013, primo papa sudamericano, ha confermato una capacità della Chiesa di spostarsi verso realtà più “decentrate” rispetto alla tradizione classica della Curia di Roma. Qualora si continuasse su questa scia, i nomi più i vista per un nuova nomina “rivoluzionaria” sarebbero quella del già citato Cardinale Luis Antonio Tagle, filippino e Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, molto apprezzato da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI e assai vicino a Francesco (sarebbe il primo papa asiatico) e quelli degli africani Card. Fridolin Ambongo Besungu (Arcivescovo di Kinshasa) e Card. Robert Sarah (Ex Prefetto del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti), quest’ultimo molto vicino a Ratzinger ma assai conservatore.

I nomi a sorpresa

Altri due nomi discussi sono quelli del Cardinale Blase Cupich, americano, progressista e ritenuto capace di dialogare con il mondo contemporaneo e quello del Cardinale Marcello Semeraro. Quest’ultimo è certamente un nome meno “da prima pagina” ma assai autorevole e rispettato dai membri della Santa Sede, essendo stato una delle figure chiavi del pontificato di Francesco. Tuttavia sia Cupich che Semeraro non sono giovanissimi, avendo rispettivamente 75 e 76 anni, anche se uno di questi nomi, qualora dovessero esserci più scrutini, potrebbe essere quello adatto per realizzare una giusta sintesi.

Il cordoglio per la morte di Francesco

Un sentimento di cordoglio ha seguito la notizia della dipartita del Pontefice, con i capi di Stato e di governo che hanno diffuso messaggi solenni, segnati dalla tristezza per la perdita di un punto di riferimento cardinale non solo per la chiesa moderna ma anche per il mondo intero. Il Presidente Mattarella ha affidato ad un comunicato le sue parole per manifestare il proprio dolore e rammarico per la scomparsa di Bergoglio:

“Ho appreso con grande dolore personale la notizia della morte di Papa Francesco, avvertendo il grave vuoto che si crea con il venire meno del punto di riferimento che per me ha sempre rappresentato. La morte di Papa Francesco suscita dolore e commozione tra gli italiani e in tutto il mondo. Il suo insegnamento ha richiamato al messaggio evangelico, alla solidarietà tra gli uomini, al dovere di vicinanza ai più deboli, alla cooperazione internazionale, alla pace nell’umanità. La riconoscenza nei suoi confronti va tradotta con la responsabilità di adoperarsi, come lui ha costantemente fatto, per questi obiettivi”.

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