La violenza non è forza ma debolezza!
La violenza contro le donne è una questione sociale, economica, legale, educativa, che abbraccia la sfera dei diritti umani, dello sviluppo e della salute (fisica e mentale). E anche una delle principali cause della morte delle donne.
Troppo poco ancora si conosce delle cause e delle conseguenze di tali abusi: la relazione tra violenza sulle donne e malattia mentale ad es., non è stata ancora adeguatamente esplorata. Gli stupratori non sono molto loquaci. Non discutono molto dell’atto, dopo che sono stati catturati. Si potrebbe pensare che questo sia dovuto al rimorso, ma spesso gli aggressori non sembrano sapere di aver fatto qualcosa di sbagliato. Oppure sanno di aver agito illegalmente ma l’atto in sé va bene per loro. A volte, ammettono il sesso non consensuale “ma non lo stupro”. Accettano di aver violentato ma scaricano le colpe: “Sentivo che la stavo ripagando per avermi eccitato sessualmente”, dice un uomo in uno dei pochi studi.
La scrittrice Antonella Fabiani, come citato nel sito della Polizia di Stato, scrive nel testo “Dentro la mente dello stupratore.”«Questi soggetti hanno delle distorsioni cognitive che li portano ad autogiustificarsi rispetto al loro comportamento e a leggere e a travisare la realtà a loro favore ». Tali pensieri hanno radici in una subcultura maschilista di tipo tradizionale: lo stupratore spesso interpreta e deforma questo tipo di messaggio, in modo quasi inconsapevole, per giustificare l’invito alla violenza sessuale.
Oggi, in Italia, il femminicidio è la causa principale della morte di donne tra i 14 e i 45 anni e la percentuale più alta di questa insopportabile forma di violenza si registra al nord: Lombardia, Emilia Romagna, Veneto. La violenza sulle donne è sinonimo di violenza di genere: per essa si intende qualsiasi forma di sopruso adoperato su una persona per il solo fatto di essere donna. In qualche modo, di essa, si nasconde un’avversione nei confronti di persone ritenute più vulnerabili e, quindi, più facilmente aggredibili. Vi sono diversi tipi di violenze sulle donne ma la più grave tra di esse è l’omicidio. Le cause sono spesso attribuite a un cosiddetto raptus, a una forte rabbia che viene scatenata dalla gelosia e dall’invidia.
E’ importante ricordare soprattutto che la violenza va oltre il disaccordo o i litigi che la maggior parte delle coppie conoscono ed è generalmente dettata dalla volontà di un partner di dominare l’altro. Talvolta é presente anche un condizionamento mediatico che induce a pensare alla vita come ad un videogioco, dove non vengono citate le conseguenze sulla vita dell’altro e la morte pare resettabile. È necessario, dunque, aprire possibili spazi di parola per donne e uomini che stanno attraversando momenti critici o difficili, come può capitare quando ci sono incertezze sulla funzione genitoriale, o quando non si è in grado di prendere una decisione ritenuta essenziale ed è importante avere un luogo in cui potersi confrontare. Le crisi e i conflitti possono essere occasioni preziose di crescita e cambiamento, se adeguatamente accompagnati e sostenuti. Diversamente, possono sfociare nella violenza verso il più debole e vi assistiamo ogni giorno: uno spettacolo tinto di rosso, il colore simbolo di questo scempio quotidiano.