“figli delle app”. intervista al prof Francesco Pira
Giorno 10 marzo ho avuto modo di fare la conoscenza col Professor Francesco Pira all’evento della FIDAPA riguardo la violenza e gli abusi anche mediante il web svoltosi alle cantine Privitera, il quale è stato così gentile da concedermi un’intervista sul suo libro “Figli delle app” . Un libro che parla delle fragilità dei ragazzi sviluppate durante il periodo di lockdown che li ha fatti concentrare di più sulla vita virtuale.
“Figli delle App” è un libro che si muove su quelle che sono le fragilità degli adolescenti sviluppate durante e dopo il periodo di pandemia. Perché fragilità? Perché la didattica a distanza, il fatto di collegarsi con gli amici tramite le tecnologie li ha un po’ allontanati dalla vita reale per concentrarsi di più sulla vita virtuale. Tutto questo ha determinato un isolamento anche dagli altri membri della famiglia.
Da alcune mie ricerche sono emersi alcuni aspetti interessanti, contenuti nel terzo capitolo del libro in particolare. I ragazzi provano a costruire sulla rete un “io iperfluido” che in Da alcune mie ricerche sono emersi alcuni aspetti interessanti, contenuti nel terzo capitolo del libro in particolare. I ragazzi provano a costruire sulla rete un “io iperfluido” che in qualche modo rappresenta quello che vogliono essere rispetto al loro pubblico di riferimento cioè gli altri ragazzi. L’altro aspetto è quello che moltissimi di loro hanno confessato di avere un profilo falso e quindi dietro la capacità dell’anonimato cercano di affermare quello che in realtà non vogliono vivere quando si mostrano agli altri col profilo con la foto e con il nome. Lo spaccato che viene fuori è appunto di ragazzi che hanno una fortissima creatività e tanta voglia di vivere ma che molto spesso non riescono a farsi comprendere dai più grandi proprio per una differenza di codici comunicativi e di linguaggio”, così ha riportato il Professor Pira durante l’intervista concessami. Il libro tratta di un argomento molto attuale ma di cui poche persone parlano, quindi per chi non lo avesse ancora fatto consiglio di leggere il libro in modo da approfondire meglio questi argomenti che ci riguardano da vicino.