Da non perdere in Corea del Sud: Fortezza di Namhansanseong
La fortezza di Namhansanseong, situata a circa 25 km a sud-est di Seoul, subì una ristrutturazione su larga scala nel 1626, durante il regno del re Injo della dinastia Joseon, per creare un rifugio per il re e il suo popolo in caso di emergenza nazionale. Le fondamenta della fortezza di Jujangseong, costruita quasi mille anni prima nel 672, durante il regno del re Munmu di Silla unificata, servirono come base della struttura rinnovata. La fortezza servì come capitale temporanea durante la dinastia Joseon, mostrando come le tecniche per costruire una fortezza si svilupparono durante il VII-XIX secolo.
La posizione difensiva della fortezza fu rafforzata sfruttando l’aspra topografia del monte (altezza media: almeno 480 m). Il perimetro delle sue mura è di circa 12,3 km. Secondo un documento risalente al periodo Joseon, circa 4.000 persone vivevano nella città costruita all’interno della fortezza, che fungeva anche da capitale temporanea per la famiglia reale e il comando militare in cui rifugiarsi durante le emergenze.
Palazzi temporanei, Santuario di Jongmyo e Altare Sajikdan furono costruiti nella fortezza nel 1711 durante il regno del re Sukjong di Joseon. La fortezza è anche il risultato degli scambi ad ampio raggio e delle guerre condotte tra Corea (Joseon), Giappone (periodo Azuchi-Momoyama) e Cina (Ming e Qing) durante i secoli XVI-XVIII. L’introduzione dei cannoni dai paesi occidentali ha portato molti cambiamenti alle armi all’interno della fortezza e al modo in cui la fortezza è stata costruita. La fortezza è una “record vivente” dei cambiamenti nel modo in cui furono costruite le fortezze durante il VII-XIX secolo.