The Callisto Protocol, tra incertezze di gameplay ed una trama altalenante.
Recensione di The Callisto Protocol, l’erede spirituale di Dead Space
The Callisto Protocol è uscito su PS4, PS5, Xbox One, Xbox One X/S e PC il 2 dicembre 2022, cominciando con un lancio per niente roseo (almeno per la versione PC) e una montagna di critiche al sistema di combattimento e alla sua narrativa. Link alla pagina Ufficiale di The Callisto Protocol
Bisogna fare una premessa prima di cominciare, The Callisto Protocol non è Dead Space; il gioco ha sì molto in comune con il titolo ma differenzia invece sotto altri aspetti.
| Il Combat System |
Il gioco come già specificato in precedenza presenta un combat system poco gratificante, volto a ripetere le stesse azioni in maniera continua e senza una vera e propria sfida a livello di meccaniche e profondità dei comandi. I nemici nel gioco sono pochi e vengono introdotti tutti molto presto all’interno del gioco, ciò comporta una ripetitività sia nei modi che abbiamo di approcciarci ad uno scontro sia nei vari modelli dei nemici che vengono ripetuti più e più volte durante il gameplay.
Le armi all’interno del gioco si dividono in: armi da fuoco (Leggere e “Pesanti”) ed armi corpo a corpo. Il titolo, a differenza di Dead Space, è più incentrato sul combattimento corpo a corpo rendendo le armi da fuoco degli strumenti utili per poter continuare una combo di attacchi con la mazza oppure al massimo per sbilanciare o finire un nemico, inoltre il gioco sembra non fare distinzione tra colpi alla testa e colpi al busto rendendo più utile colpire le gambe così da staccarle e rendere i nemici vulnerabili ai pestoni del nostro Jacob.
Jacob nel corso del gameplay troverà il guanto GRP che, a mo’ di Gravity-Gun di Half Life 2, permette di prendere oggetti e nemici e scagliarli contro:altri nemici, muri spinati, tritacarne e così via discorrendo. L’idea alla base funziona, infatti l’arma è divertente da utilizzare anche se alle volte richiede una dose molto alta di precisione, il problema più grande è il sistema di ricarica del suddetto guanto che può risultare fastidioso e poco comprensibile.
Lo stealth è abbastanza sempliciotto, basta rimanere accovacciati per far si che , con determinati tipi di nemici, nessuno possa sentirci e tantomeno vederci; potremmo fare delle rumorosissime uccisioni stealth s
| La Narrativa |
La storia si apre con un buon incipit: la nostra nave viene attaccata da dei “pirati spaziali” e, dopo un disperato tentativo di salvataggio seguito da uno schianto , finiamo per venir catturati insieme al capo di questa banda per essere trasportati nella prigione di Black Iron, qui Jacob verrà messo in una cella e solo dopo poche scene arriveremo nel vivo del gameplay.
Ciò che non convince è la velocità con cui tutta la storia viene narrata andando ad impattare sia sugli eventi che sui personaggi, non facendoci capire il motivo per cui i personaggi cambino atteggiamento gli uni verso gli altri senza un evidente e valida ragione per farlo . Una narrazione un po’ scialba che trova qualche picco in alcuni colpi di scena e poco altro, regalandoci una storia sì godibile ( data anche la durata del gioco , dalle 10 alle 15 ore massimo) ma che sicuramente non brilla per scrittura ed originalità.
La Backstory della prigione viene in parte narrata da degli audio log che si possono trovare durante l’esplorazione e che raccontano ciò che è successo all’interno di questa prigione. Questi audio log possono essere ascoltati solo nei menu, questo smorza di molto il gameplay già poco frenetico di suo rendendo frustrante persino l’ascolto delle registrazioni.
| L’ambientazione, la grafica e il sound design |
Le ambientazioni, la grafica e il sound design del gioco sono molto buoni, ti trasportano all’interno della prigione di Black Iron (Almeno per le sezioni in cui non si combatte) e sono un pilastro importante che non ha fatto affondare il gioco nel baratro più assoluto. Anche questo aspetto non è comunque esente da problemi dati in primis da delle animazioni, come ad esempio quella del fuoco, che sembrano gif animate senza profondità ed in secondo luogo dal fatto che non rispetta comunque le aspettative di grafica di un titolo che sarebbe dovuto essere un quadrupla A a detta degli sviluppatori.
Le ambientazioni rimangono comunque fini a se stesse dato che sarà possibile esplorarle solo in minima parte e senza neanche una grande gratificazione in quanto a loot, audio log e interazioni con l’ambiente quando si esplorano delle stanze o simili che sono state lasciate spoglie senza alcun apparente motivo.
Il cavallo di battaglia del marketing di The Callisto Protocol sono state sicuramente le animazioni di morte, tante e variegate persino nei momenti più inaspettati, che sono state mostrate un sacco di volte all’interno di trailer ed annunci del gioco. Almeno in questo caso le aspettative sono state rispettate dato che tutte le animazioni sono state curate nei minimi particolari, rendendo la morte un qualcosa che si vuole provare almeno una volta contro ogni tipo di nemico.
L’ambience horror del gioco è in buona parte dovuto al sonoro, senza tutti i vari rumori come ad esempio i passi dei mostri tra i condotti , varie urla o solamente musica di suspense l’impatto non sarebbe stato lo stesso.
| Conclusioni finali |
The Callisto Protocol si lascia giocare, non spicca in quasi nessuna delle sue caratteristiche e sicuramente non è il quadrupla A che Krafton ed il team di sviluppo avevano decantato. Anche se scandito da una narrazione frettolosa e da un gameplay poco accattivante i pochi pregi che ha, tra qui le ambientazioni, le musiche ed il guanto GRP(che mette un pizzico di varietà al combat system) , gli evitano un voto sotto la sufficienza.
Mi sento di poter dare solamente la sufficienza a questo titolo che ha disatteso le aspettative lasciando l’amaro in bocca ai più che si aspettavano tutto un altro tipo di prodotto, a livello tecnico ed anche di gameplay.
Voto Finale: 6/10