Perché investire nell’agricoltura siciliana è una buona idea
La Sicilia importa quasi l’80% del cibo che consuma, quindi un grande investimento nell’agricoltura dell’isola, teso all’autosufficienza alimentare, potrebbe avere una ricaduta occupazionale di migliaia di posti di lavoro
Tanto più contando che la Sicilia annovera già produzioni agricole tipiche e di qualità (Ig, Dop, Igp). Negli ultimi anni, periodo pandemico compreso, si è registrata una riduzione del numero di aziende agricole operanti di oltre il 30%, con la ovvia conseguenza di aver contratto l’occupazione nel settore. Ulteriore problema scaturente dall’abbandono delle terre è la loro desertificazione, visti i cambiamenti climatici che stiamo vivendo.
La ricerca condotta da Flai Cgil dimostra che la regione versa in uno stato di grave deficit produttivo rispetto alle sue potenzialità nel settore agricolo. In molti comparti agricoli vi sono indubbi margini di crescita, uno su tutti quello della cerealicoltura, a patto che si garantisca ai produttori un equo prezzo di vendita.https://www.voceliberaweb.it/. Lo studio segnala altresì la problematica della scarsa digitalizzazione delle aree rurali.
Strategico appare peraltro il miglioramento delle infrastrutture di comunicazione e trasporto, la cui carenza sinora ha danneggiato l’enogastronomia siciliana, riducendo sensibilmente le sue possibilità di esportazione. Un’altra nota dolente è rappresentata dalla scarsa meccanizzazione agricola, specialmente per quanto riguarda i frantoi oleari (vedi figura in basso).
In conclusione, la ricerca si propone di sensibilizzare le istituzioni e i diretti interessati (imprenditori e agricoltori) sulle potenzialità degli investimenti poiché ampi margini di crescita nel settore agricolo sono ad oggi possibili anche senza interventi normativi.
Fonte copertina: Futurapress