Abbiamo davvero bisogno di Mario Balotelli?
A 34 anni “Super Mario” si ritrova svincolato e con l’etichetta dell’incompiuto appiccicata sulla fronte. Eppure, dopo un decennio di occasioni perse, il nuovo ritorno in Italia starebbe per concretizzarsi davvero👇
“Perché sempre io?” – Da quel pomeriggio a Old Trafford sono passati tredici anni, e la domanda contenuta in quell’esultanza non ha ancora trovato risposta. Come mai ce l’avessero tutti con lui, questo sembrava chiedere Mario Balotelli al mondo intero, e un po’ anche a se stesso, forse. Un talento smisurato, forse il più grande che si sia generato nell’asfittico movimento calcistico italiano post Mondiale 2006, il peso di doverlo dimostrare in modo continuativo e l’incapacità di mantenere la barra caratteriale dritta per più di qualche mese ogni volta. Un limite mai superato, perchè il leitmotiv della sua carriera è proprio il bipolarismo: far crescere le aspettative di tutti, salvo poi deluderle puntualmente, in una viziosa spirale tra colpi di genio, flop, tentativi più o meno credibili di rilancio e controversie che si è protratta fino ad oggi.
Ma c’è un tempo per tutto. A 34 anni suonati e dopo aver avuto gli ultimi domicili calcistici presso squadre quali Monza(Serie B), Sion(Svizzera) e Adana Demirspor(Turchia), per Mario non è più immaginabile un orizzonte di grandi prospettive. Troppi i treni mancati, le big hanno smesso da parecchio di considerarlo una risorsa spendibile, o financo una scommessa da tentare, a riprova di come la fama di “bad guy” abbia travalicato ampiamente i confini nazionali, conferendo un’etichetta che lo stesso Balotelli non ha fatto l’impossibile per scalfire. Tocca accontentarsi: sul telefono solo chiamate a sorpresa, opportunità estemporanee lontano dai prestigiosi palcoscenici degli inizi, come quella che si sarebbe presentata da parte della Genova rossoblù.
Il Grifone arranca in classifica ed è alla disperata ricerca di un centravanti di peso, un uomo a cui aggrapparsi per trovare quei gol che sono venuti meno con le partenze estive di Retegui e Gudmundsson. Ecco che il nome di Mario Balotelli è tornato improvvisamente di moda. Il richiamo dell’Italia, una squadra in difficoltà , ma che può ancora ritenerlo uno svincolato di lusso e la voglia di rimettersi in gioco nel campionato in cui da giovane avrebbe potuto affermarsi quale grande calciatore. Gli ingredienti per una last dance che risulti memorabile parrebbero esserci tutti, al netto del normale scetticismo.
Troppo tardi dunque per cancellare il rammarico di una carriera mai decollata, non per lasciare un ultimo ricordo differente del Mario uomo e calciatore, magari per far ricredere qualcuno, in antitesi con l’immagine che si è cristallizzata nell’ultimo decennio. Chi lo conosce davvero assicura che Balotelli non ha mai smesso di allenarsi in questi mesi, aspettando che arrivasse una società disposta a dargli un’altra chance. Ora la palla passa al Genoa, perché c’è qualcuno che potrebbe ancora averne bisogno. Lui, nel frattempo, si carica così👇
Solo perché non ero in Serie A, tutto quello che ho fatto non conta nulla? E’ una promessa, quando firmerò per qualche club, io ve la smonto questa Serie A!”