Alice Raimondo – Ciò che mi circonda in arte
Alice Raimondo, ex Cutelli e studentessa di Lettere Moderne all’Università di Catania di 19 anni, ha coronato il suo percorso di studi letterari con la passione per l’arte che, spesso e volentieri, vengono viste in maniera separata.
Alice, invece, è stata così gentile da essere ospite della nostra penna, per raccontarci proprio della sua passione per l’arte, in particolare per il disegno, che le ha regalato, le regala, e sicuramente le regalerà tante altre soddisfazioni.
Alice, grazie per aver accettato questa intervista. Innanzitutto, vorrei chiederti come è nata la tua passione per l’arte e il disegno.
Ciao, grazie a te per l’opportunità. La mia passione per l’arte è nata fin da piccola, guardavo i cartoni e i disegni in modo diverso, attratta dal mondo della fantasia. Mi piacevano, e mi piacciono molto le opere di Studio Ghibli, da sempre grande fonte di ispirazione. Inizialmente ho cominciato ricalcando e ricopiando le immagini, per poi successivamente imparare da autodidatta a disegnare.
Quindi non sei mai stata seguita da nessuno per imparare?
In realtà sì. Ho avuto il piacere di essere seguita dall’artista Fina per tutto il periodo del secondo anno di superiori. Fina la reputo una donna fantastica, che mi ha insegnato molto dal punto di vista tecnico: proprio grazie a lei ho imparato a miscelare ed a stendere i colori ad olio, che richiedono un bel po’ di impegno per essere “maneggiati”. Tuttavia, non ho avuto molta occasione di poter sfogare a pieno il mio estro artistico, in quanto mi esercitavo ricopiano immagini.
Ed è stato lì che hai capito ancora di più che l’arte del disegno non è solo tecnica, ma è anche una forma di espressione personale?
Esattamente. Per me, l’arte è diventata una via per esprimere me stessa completamente. Penso che tutto parta da una questione di gusto personale, ma è importante rimanere coerenti con la realtà circostante per sviluppare una visione artistica. Tutto ciò che si vuole comunicare può trovare spazio nell’arte, anche se in modo confuso. La copiatura e la sperimentazione infatti sono state parti fondamentali del mio percorso artistico.
Basandoti su ciò che ti circonda, possiamo dire che i tuoi disegni riflettono le varie fasi della tua vita?
Certamente. I miei disegni sono stati sempre influenzati dalle esperienze che stavo vivendo. Ad esempio, durante il terzo anno di superiori ho passato un forte periodo di lutto, che ha influenzato enormemente lo stile delle mie opere. Oggi mi sento particolarmente a mio agio nella ritrattistica femminile, perché riflette la mia connessione con le persone che mi circondano. Tuttavia, quando ho provato a dipingere paesaggi, non mi sono sentita altrettanto a mio agio. Quindi sì, direi che la mia arte è fortemente legata alle mie relazioni e alle mie esperienze di vita.
Hai anche partecipato alla creazione del libro “Il coraggio della paura“, disegnando le illustrazioni e la copertina! Raccontami un po’ di quest’esperienza.
Ho avuto la fortuna di conoscere personalmente l’autore del libro, Aurelio Rinella, e ho avuto l’opportunità di lavorare con lui per Algra Editore. Un giorno, mentre parlava con mia mamma, ha visto delle mie opere appese al muro, e mi ha chiesto se fossi interessata a partecipare alla creazione di uno dei suoi libri. È stata un’esperienza che mi ha messo in conflitto con la mia passione, soprattutto perchè tendenzialmente non accetto lavori su commissione ma solo se li sento miei profondamente, però alla fine mi ha aiutato a crescere e a riscattarmi da un periodo difficile della mia vita.
Parlando di sfide, mi hai raccontato della frustrazione provata durante il terzo anno di superiori. Come hai superato questa fase?
Quella fase è stata davvero difficile per me. Alla fine ho capito che dovevo affrontare ogni cosa con maturità e determinazione. Anche se non sono completamente soddisfatta delle mie illustrazioni di quel periodo, mi hanno comunque insegnato molto e mi hanno aiutato a crescere come artista.
Hai detto che non accetti commissioni di solito. Cosa ti ha spinto a fare un’eccezione per il libro?
Ho capito che, nonostante lo stress ed i possibili mille paletti, anche le opere sotto commissione possono regalarmi soddisfazioni. Certo, prediligo l’arte “libera”, a carta bianca, ma accettare le commissioni mi ha aiutato molto a crescere.
Ti hanno fatto sentire gratificata?
Molto, anche se come ho detto prima riguardandole oggi non mi ci rispecchio. C’è anche un aneddoto a riguardo, che fa ridere e piangere allo stesso tempo
Dimmi tutto
Per il libro ho dovuto realizzare circa 10 illustrazioni. Sono un bel po’, soprattutto considerando che mi erano state richieste tutte a colori. Essendo un periodo molto buio per me, non riuscivo proprio a concepire delle opere colorate, andava contro di me e come ti dicevo prima, ogni opera che produco mi rappresenta in tutto. Alla fine, però, ce l’ho fatta, ma non immagini cos’è successo il giorno dopo della consegna.
Ho seriamente paura.
Mi hanno detto che dovevo trasformarle tutte in bianco e nero.
Penso sarei impazzito fossi stato al tuo posto.
E’ andata esattamente così, ma alla fine nonostante tutto ne è valsa la pena. L’esperienza mi ha aiutato a crescere un sacco, ed ancora oggi molte persone che mi riconoscono per strada o nei social si fermano per dirmi “Ma tu hai scritto un libro!”. Ecco, no. Non l’ho scritto, ho fatto solo le illustrazioni, ma fa comunque tanto piacere.
Glielo lasceremo credere. Per concludere, cosa significa per te fare arte?
Fare arte per me significa esprimere me stessa in modo autentico e sincero. È una forma di comunicazione che va oltre le parole e che mi permette di esplorare le mie emozioni più profonde. È un viaggio che mi arricchisce continuamente e mi aiuta a crescere sia personalmente che artisticamente.
Grazie mille per questa conversazione, Alice. È stato davvero interessante conoscere la tua storia e la tua passione per l’arte.
Grazie a te per l’opportunità di condividere la mia esperienza. È stato un piacere parlare con te.