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Armani e Dior: scandalo nella Moda

Borse prodotte in paesi del Terzo Mondo e vendute a prezzi esorbitanti

Armani e Dior, due noti marchi di lusso, si sono trovati di recente al centro di una grave controversia.

Oggetto dello scandalo è stata la scoperta che alcuni dei loro iconici accessori, venduti a prezzi esorbitanti nei mercati occidentali, sono prodotti in paesi del Terzo Mondo.

Ciò solleva numerosi interrogativi. Non solo sull’etica della produzione, ma anche sulla trasparenza e sull’equità che tali aziende dovrebbero ai loro consumatori.

Non è una sorpresa che molte multinazionali delocalizzino le proprie unità operative in zone periferiche del mondo.

In nazioni come il Bangladesh, il Vietnam, l’India e altre aree dell’Asia e dell’America Latina, dove la scarsa regolamentazione legittima sfruttamento e condizioni di lavoro (e di vita) degradanti e alienanti, il costo della manodopera, notevolmente inferiore, fa gola ai produttori. Un fattore che permette loro di ridimensionare le spese aziendali, garantendogli un profitto maggiorato e del 1000%.

Secondo alcune fonti, borse firmate Armani e Dior, messe sul mercato alla modica cifra di migliaia di euro, sono, in realtà, fabbricate a pochi euro al giorno.

Oltre il danno, anche la beffa. Armani, riconosciuto come Made in Italy, sembrerebbe aver anche usato materiali di poco pregio,

È naturale, quindi, domandarsi perché preferire i suoi prodotti, quando, a parità di qualità, è possibile acquistare presso altri risparmiando una fortuna.

Questa strategia produttiva è comune nel mondo del fast fashion, ma la sua presenza nell’industria del lusso rappresenta un duro colpo per il prestigio di questi marchi. 

I brand di alta moda si sono sempre distinti per il loro legame con l’artigianato tradizionale, per la qualità e la cura che ripongono nei dettagli. L’uso di manodopera a basso costo per produrre articoli venduti a prezzi folli mina la percezione di esclusività e autenticità che caratterizza il lusso.

La risposta dei brand: Armani e Dior difendono la loro immagine

In risposta alla bufera che vi è abbattuta contro, sia Armani che Dior sono intervenuti per cercare di contenere i danni alla loro immagine. 

Entrambi hanno sottolineato l’importanza dei loro controlli di qualità e il fatto che, anche se la produzione avviene in paesi del Terzo Mondo, vengono utilizzati materiali di alta gamma e processi produttivi che rispettano i loro rigorosi standard.

Alcuni esperti del settore, tuttavia, ritengono che queste dichiarazioni non siano sufficienti a placare le critiche. 

Ci si aspetta che marchi di questo calibro dimostrino un impegno concreto nella revisione delle loro filiere produttive. Che promuovano condizioni di lavoro dignitose e diano seguito a quella che dovrebbe essere la loro responsabilità d’impresa.

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