Concorso “Alla ricerca del sacro”: secondo premio al Convitto Cutelli
La ricerca del sacro ha spronato gli individui, dagli albori della civiltà, ad indagare e scandagliare l’animo umano e il contesto spazio-temporale intorno ad essi allo scopo di ritrovare “scintille” di ultraterreno connesse, in qualche modo, alla presenza o al culto del divino. E verso questa riflessione sui nodi di confluenza fra il terreno e il soprannaturale, oltre che sulla devozione per Sant’Agata, hanno voluto orientare i ragazzi gli ideatori del concorso Alla ricerca del sacro, promosso dalla città metropolitana di Catania e dall’Arcivescovado.
Il nostro Liceo Classico Europeo del Convitto Nazionale Mario Cutelli ha partecipato con quattro testi poetici sotto l’egida della prof.ssa Giusy Gattuso, ideatrice del progetto La scuola come volano artistico-letterario, e la poesia Colui che di Aisha Tomasello e Federico Motta, entrambi di IE, ha conquistato il podio aggiudicandosi il secondo posto.
Durante la cerimonia di premiazione, tenutasi sabato 15 aprile presso il Museo Diocesano della città alla presenza dell’arcivescovo Mons. Luigi Renna, i due poeti in erba hanno ricevuto una targa e la somma di duecentocinquanta euro.
Il testo premiato ha visto un’articolata elaborazione poiché gli studenti hanno approfondito la tematica e scritto la poesia riprendendola e rifinendola più volte, sotto la guida della docente. Un lavoro di lima che ha generato un’attenta riflessione sul valore e sul bisogno del sacro per l’uomo. Il risultato si è distinto, inoltre, per aver analizzato l’argomento in un’ottica aperta e generale, senza necessariamente soffermarsi sulle manifestazioni e sulle ricadute religiose-popolari e folcloristiche della materia in oggetto, come la maggior parte degli elaborati presentati. La commissione giudicatrice ha motivato la scelta, in particolare, sottolineando “l’introspezione dei valori religiosi e del sentimento del sacro”.
“Domande profonde come abissi” sorvolano le vette di pensiero dei nostri due alunni e “un equilibrio fra verità e mistero” permette la rivelazione dell’Amore che “ci tiene uniti come corona di spine”. E proprio l’Amore ci guida “iniziando dal più tenero dei nostri cuori per renderlo uomo”, scegliendo di non abbandonarci, anche se “non sempre corrisposto”. Tutto ciò per convertirci affinché possiamo essere veramente “coraggiosi d’amare”.
Profonde queste meditazioni dei nostri giovanissimi che hanno coinvolto gli astanti poiché, talvolta, da menti fresche e ancora poco sovrastrutturate giungono intense e penetranti considerazioni.