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Coppa Italia: un format da cambiare(guardando all’Europa)

Vecchia, prevedibile, noiosa, e tesa a favorire in modo sistematico le big di Serie A. La nostra coppa nazionale ha urgente bisogno di venire riformata…👇

📸ansa – La Juventus è la squadra che vanta il maggior numero di affermazioni nella competizione(15)🏆 – voceliberaweb

La Coppa Italia a me non piace, è una delle manifestazioni più antisportive d’Europa perché ci sono squadre che entrano in gioco soltanto adesso e altre che sono costrette a superare 4 turni. Il tutto è palesemente costruito per far arrivare certe squadre alle dirette televisive.”

Onesto, schietto, pungente, com’è sempre stato nel suo stile. Così parlò Maurizio Sarri il 20 Gennaio del 2015, al triplice fischio di un Roma-Empoli valevole per gli ottavi di finale della Coppa Italia e terminato con la vittoria dei giallorossi nei tempi supplementari. All’epoca il tecnico sedeva sulla panchina dei toscani ed esprimeva, senza peli sulla lingua, il proprio disappunto per il format della seconda competizione nazionale in ordine di importanza, a suo dire intriso di “antisportività” e congegnato allo scopo di favorire gli scontri tra le big di Serie A(e quindi le partite di maggior richiamo mediatico), risultando così fortemente penalizzante nei confronti delle medio-piccole e di chi proviene da leghe inferiori alla massima.

A quasi dieci anni di distanza dal momento in cui queste dichiarazioni furono rilasciate, tocca constatare amaramente come non siano invecchiate per nulla. La Coppa Italia si conferma trofeo elitario, mero riempitivo di palinsesti tv, e sostanzialmente privo di quell’afflato emozionale che caratterizza gli “omologhi” in giro per l’Europa calcistica. E ciò si deve in primis, se non in via esclusiva, al modo in cui essa è strutturata da oramai 17 anni, da quando si optò per la riduzione dell’organico alle sole squadre di A e B(per poi riallargarlo nel 2008 comprendendovi le serie minori) con finale unica allo stadio Olimpico di Roma ed un tabellone simil-tennistico, vale a dire turni in gara secca, eccezion fatta per le semifinali. Un format che nel corso degli anni ha attirato diverse critiche, reo di voler facilitare la strada ai principali club di A, relegando imprese quali quella dell’Alessandria(club di lega pro semifinalista nel 2016) o del Pordenone(eliminato dall’Inter agli ottavi di finale nel 2017) ad una dimensione sporadica.

Atalanta-Cesena 6-1

Juventus-Cagliari 4-0

Roma-Sampdoria 4-1

Inter-Udinese 2-0

Gare impari, dall’esito scontato e tutte, rigorosamente, in casa delle favorite. Ad eccezione dell’Empoli (capace di eliminare la Fiorentina ai calci di rigore), il programma degli ottavi di finale di questa edizione del torneo ha riservato sfide il cui esito era ampiamente pronosticabile, e non solo in termini di qualificazione al turno successivo, ma anche nella forma, con delle goleade che sono piovute sulle malcapitate formazioni ospiti(due delle quali militano in Serie B). Insomma, nessuna sorpresa ed un quadro ben poco appassionante, in perfetta linea con le passate stagioni.

A questo punto, per provare a restituire alla nostra coppa nazionale un po’ di lustro e anche solo un briciolo del fascino di tornei storici quali ad esempio la britannica FA Cup, l’unica soluzione sarebbe quella di far sì che le “grandi” entrino in gioco già nella fase preliminare, magari venendo ospitate dalle formazioni provenienti dalle serie minori, anziché riproporre il solito, trito e ritrito schemino che non fa che portare immancabilmente al medesimo scenario, quello in cui a contendersi il trofeo sono sempre le solite note.

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