Da calciatore a senzatetto: la storia di Maurizio Schillaci.
Maurizio Schillaci, nato a Palermo nel 1962, ha intrapreso la carriera calcistica all’età di 17 anni con la squadra rosanero.
Successivamente ha raggiunto il sogno di ogni calciatore, ovvero giocare in Serie A, grazie alla chiamata della Lazio.
Tuttavia, a questo punto, la sua vita fatta di successi, denaro e soddisfazioni, è diventata un incubo senza fine.
Poco dopo le sue prime esperienze nella massima serie calcistica, ha iniziato ad avere problemi di salute.
Racconta: “I medici sociali mi hanno distrutto…secondo loro, ero un malato immaginario, un siciliano senza carattere.
Ancora oggi non riesco ad accettare questa cosa.
Mi hanno accusato di non avere voglia di giocare, mentre la verità era che avevo lo scafoide del piede destro lesionato e in necrosi.
Per un anno ho continuato a dirgli che c’era qualcosa che non andava, ma nessuno mi ha mai creduto.
Alla fine, ho dovuto aspettare il mio trasferimento successivo alla squadra del Messina, in Serie B, per farmi finalmente fare una stratigrafia.”
Il ritardo nella diagnosi ha compromesso la sua carriera sportiva definitivamente e a quel punto ha dovuto ritirarsi dal calcio professionistico all’età di 31 anni.
Dopo il ritiro, l’incubo non si conclude, tra un forte senso di solitudine e la dipendenza dall’eroina, arriva alla povertà estrema e alla vita da senzatetto chiedendo l’elemosina nel centro di Palermo.
Maurizio fino a qualche anno fa viveva in una Fiat Panda trovata aperta in una delle strade di Palermo, ma adesso grazie ad un amico, vive in affitto (con spese simboliche) in un piccolo appartamento.
Maurizio vorrebbe solamente riprendere la sua vita in mano trovando un lavoro, però poi afferma con amarezza: “Ho 60 anni e ho giocato solo a pallone, chi mai mi assumerebbe?”.
Da parte del cugino, Totò Schillaci ex calciatore della nazionale italiana, dichiara di non esser mai arrivato nessun sostegno economico, e che addirittura i loro rapporti si sono interrotti nel 1989.
Anche il rapporto con il calcio si è interrotto, ormai totalmente distaccato, non lo segue nemmeno più.
“Il calcio mi ha dato tanto, ma mi ha tolto ancora di più”.