Dalla tragedia del Sewol a quella di Seoul. Per la Corea del sud è di nuovo lutto nazionale.
A distanza di otto anni la Corea del Sud piange nuovamente giovani vittime. È lutto nazionale per una settimana, a causa della tragedia consumatasi nel quartiere giovanile Itaewon di Seoul durante i festeggiamenti di Halloween. Una festa tanto attesa soprattutto dopo due anni di covid che ha visto sospendere tutte le attività culturali e artistiche. Una festa liberatoria, che in pochi attimi si è trasformata in un mattatoio. Da una prima ricostruzione, le cause sembrerebbero essere l’eccessivo accalcamento in una via stretta piena di negozi e locali, che ha provocato infarti e decessi per mancanza di ossigeno. Le vittime schiacciate dalla folla ammontano a 153 morti e 80 feriti. Ci sono anche dei dispersi. Una notizia che circola è che il sovraffollamento sia stato innescato dalla presenza di un Idol del k-pop all’interno di un locale della zona e ciò avrebbe fatto impazzare i fan che per raggiungere il posto sarebbero dovuti passare da lì.
Una tragedia che si sarebbe potuta evitare se ci fossero state maggiori misure di sicurezza. Così come si sarebbe potuta evitare quella del traghetto Sewol nell’aprile del 2014, naufragato nelle acque del canale di Maenggol vicino a Mokpo con 476 persone a bordo di cui 325 studenti della Scuola superiore “Danwon” di Ansan in gita scolastica. Anche in questo caso la sottovalutazione del problema indusse il comandante Lee Jun-seok, forse nel tentativo di raddrizzare il traghetto, a tergiversare per l’evacuazione, dando addirittura l’ordine di rimanere nelle proprie cabine. Invani i tentativi di salvataggio durante l’inabissamento della nave. Si contarono 304 morti.
Due storie diverse ma un unico epilogo! Giovani vite spezzate e lutto nazionale. Questo dovrebbe indurre il Governo a non abbassare mai la guardia sulla sicurezza e sulla sorveglianza.
Fonte immagine copertina : Tg La 7- Seconda copertina: AGI