Davide Chiumiento, il “nuovo Del Piero” finito nell’ombra
Meteora in maglia bianconera, debuttò a 19 anni in Champions League. Poi una carriera in sordina tra Svizzera e Canada. Da giovanissimo era considerato un potenziale crack👇
Storia di un campione mancato. Quando il peso delle aspettative è troppo grande per venire sorretto, anche il talento più cristallino rischia di finirne schiacciato. Ne sa qualcosa l’ex calciatore Davide Chiumiento, nome che oggi risulterà sconosciuto ai più ma che nei primi anni duemila fece parlare di sé come una delle più grandi promesse del calcio europeo. Perché il centrocampista svizzero di talento ne aveva da vendere. I responsabili del settore giovanile della Juventus (lo stesso da cui in quegli anni sarebbe passata gente come Claudio Marchisio e Sebastian Giovinco) lo scovarono in un torneo juniores tenutosi in Svizzera sul finire del 1999, e in lui individuarono un profilo che, più di altri, avrebbe potuto affermarsi in prima squadra. Un roseo futuro ad altissimo livello sembrava delinearsi per il prodigioso ragazzino a detta di chi lo vedeva crescere dall’interno del club bianconero. Le cose, però, sarebbero andate in maniera molto diversa.
Un confronto troppo pesante. Nel mondo del calcio, si sa, i paragoni si sprecano, specie quando hanno ad oggetto piccoli fenomeni in erba da accostare a dei mostri sacri. Giochetto irrinunciabile che stuzzica la fantasia di giornalisti, tifosi e a volte anche addetti ai lavori, ma che può rivelarsi pericoloso e che in certi casi finisce per nuocere a chi non riesce a gestire enormi pressioni. Nel periodo in cui incantava nella primavera bianconera, al giovanissimo Davide Chiumiento capitò di venire accostato nientepopodimeno che ad Alessandro Del Piero. Fisico compatto e brevilineo, movenze e colpi di alta classe ricordavano da vicino le caratteristiche di “Pinturicchio”, all’epoca già divenuto leggendario capitano di una Juventus che, prima di Calciopoli, dominava in Italia e faceva paura in Europa. Paragone di quelli scomodissimi, fardello troppo grande per il ragazzo originario di Heiden, trovatosi a muovere i primi passi nella società più titolata del nostro calcio e a dover fare i conti con l’etichetta del “fenomeno” che non sarà in grado di confermare, finendo per bruciarsi troppo in fretta.
Più nero che bianco. Difatti la sua esperienza in prima squadra fu estremamente breve. Una fugace apparizione in Serie A il 29 Febbraio 2004 (Juventus-Ancona 3-0) e, qualche giorno più tardi, il debutto in Champions League a neanche vent’anni contro il Deportivo La Coruna nel ritorno degli ottavi di finale (0-1). Non l’inizio dell’ascesa come poteva apparire, ma una semplice e brevissima parentesi destinata a chiudersi. Queste saranno infatti le sole due presenze di Chiumiento in maglia bianconera. A fine stagione la dirigenza juventina, nella persona di Luciano Moggi, decise di mandarlo in prestito al Siena, nella speranza che un contesto dalla minor pressione avrebbe aiutato l’italo-svizzero ad esprimere il proprio talento e a guadagnare fiducia, magari in vista di una nuova grande opportunità da parte della Juve. In toscana Chiumiento deluderà di nuovo, collezionando appena 14 presenze, e trovando il primo, ed unico, gol in massima serie in un anonimo Siena-Messina 2-2 del girone di ritorno. Scarsa continuità e quasi nessuna delle grandi giocate che avevano entusiasmato gli osservatori dell’academy bianconera. Le porte del grande calcio quindi gli si chiudono davanti, senza che abbia nemmeno il tempo di capire il perché.
Da fenomeno a girovago. Il centrocampista non farà più ritorno a Torino e per lui inizierà un viaggio attraverso l’Europa centrale che lo porterà a indossare le maglie di Le Mans, Young Boys e Lucerna, quest’ultima l’esperienza migliore della carriera con 17 reti in 89 presenze tra il 2007 e il 2010, tuttavia in un campionato di terza fascia come quello elvetico . Un’ altra puntata senza lasciare il segno in Canada, a Vancouver, prima di fare ritorno a casa in Svizzera, allo Zurigo, dove tra alti e bassi trascorrerà gli ultimi 5 anni di attività agonistica, appendendo definitivamente gli scarpini al chiodo nel 2017, lontanissimo dai grandi palcoscenici del calcio mondiale che i suoi primi estimatori avevano immaginato fossero adatti a lui, quando venne paragonato ad un certo Del Piero.
Copertina📸: http://ilpalloneracconta.blogspot.com/