É morto Sammy Basso, un simbolo di forza per l’Italia
É morto una settimana fa, mentre si trovava a festeggiare con familiari e amici a Villa Razzolini Loredan, in provincia di Treviso. Di punto in bianco, gli è sopraggiunto un malore e, poco dopo, il suo cuore ha smesso di battere.
Immagine de: Il Messaggero
Commuovono le parole dell’amico di una vita, Riccardo Zanelli – vicepresidente dell’Associazione italiana progeria Sammy Basso – che, in un’intervista ad Adnkronos, lo ricorda così: “Sammy Basso se ne è andato nello scenario migliore possibile, era in una giornata di festa tra noi amici, senza soffrire. Noi non possiamo fare altro che continuare sulla strada che ci ha segnato per portare avanti il suo messaggio di vivere la vita: lui l’ha fatto ampiamente“.
La storia di Sammy Basso
Sammy è nato a Thiene il 1 dicembre 1995, affetto da una malattia molto rara, che colpisce 1 bambino su 4-8 neonati vivi: la progeria. Questa patologia, nota anche come “sindrome dell’invecchiamento precoce“, provoca diversi sintomi, alcuni dei quali sono: perdita di grasso corporeo e muscoli; crescita rallentata; perdita di capelli, comprese ciglia e sopracciglia; pelle rugosa e sottile; testa sproporzionatamente grande rispetto al viso.
Sammy si è sempre distinto per la sua forza di volontà e al suo coraggio nella lotta contro la malattia, vincendo soltanto pochi giorni fa il Premio di riconoscimento Paolo Rizzi a Venezia.
Queste qualità sono dimostrate anche dal suo impegno civile nella sensibilizzazione alla malattia. Nel 2018, si è laureato all’Università degli Studi di Padova, nella facoltà di Scienze naturali, con una prova finale dedicata alle possibilità di curare la progeria con l’ingegneria genetica.
Nel 2021, sempre all’Università degli Studi di Padova, ha preso la specialistica in Molecular Biology, trattando, nella sua tesi, il tema della correlazione tra progeria e infiammazione.
Sammy Basso: un simbolo di speranza
Insomma, Sammy ha reso la sua malattia una causa d’attivismo a cui dedicare le sue forze per tutta la vita. Questa sua determinazione, lo ha reso noto anche in televisione, grazie ai suoi interventi nei talk show, come quello di Maurizio Costanzo, dove ha raccontato la sua storia per far conoscere al grande pubblico una malattia di cui si parla poco e di cui ancora non si ha una cura.
La sua più grande virtù è quella del sorriso, che ha sempre saputo mantenere nonostante le difficoltà scontrate a causa della progeria.
Il suo entusiasmo ha ispirato un numero indefinito di persone, dando coraggio anche a coloro che si trovano nella sua stessa situazione.
Un esempio anche per i giovani
Inoltre, anche per i ragazzi è stato un punto di riferimento, ha voluto lanciare un messaggio di incoraggiamento in una delle sue ultime interviste a Rai3 Veneto, che vale la pena citare : “Ai ragazzi d’oggi è negato proprio il il tempo di capire cosa vogliono fare, questa idea di performance che deve sempre essere al massimo, non si da’ il giusto valore al fallimento“.
Di seguito, a queste parole aggiunge: “Non sono un esempio, ma se qualcosa i ragazzi possono imparare da me è che si può sbagliare, che si può non essere perfetti, non serve essere perfetti per fare qualcosa. A volte le persone vorrebbero fare, ma pensano di essere troppo ‘vecchi’ per fare le cose. Alla fine cos’è l’età ? non c’è nemmeno un corrispettivo biologico dell’età. Cos’è ? Basta fare!”.
L’ultimo regalo di Sammy Basso
Ebbene, la sua è una lotta che non si esaurisce mai, nemmeno in punto di morte: Sammy ha deciso infatti di donare il suo corpo alla ricerca scientifica affinché si trovino le cure contro la progeria.
Si tratta di un desiderio che ha sempre avuto e che, adesso, i suoi familiari si stanno cercando di realizzare, mentre noi lo ricordiamo con il sorriso.
Grazie, Sammy. A presto!
immagine in evidenza: La Repubblica