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Elezioni universitarie. Alessio Liberti “Nelle battaglie importanti vince la compattezza e perdono le divisioni”

Il 25 e il 26 ottobre si terranno le elezioni universitarie dei rappresentati degli studenti in seno agli organi collegiali dell’Ateneo di Catania. Nello specifico si voterà per la composizione dei Consigli dei Corsi di Laurea, per quella dei Consigli di Dipartimento, oltre che per Senato, CDA, Nucleo di Valutazione, CSU ed ERSU.

Nell’imminenza delle stesse votazioni Alessio Liberti, fondatore di Iuris, associazione studentesca di rappresentanza nel dipartimento di Giurisprudenza, e già Consigliere di Amministrazione, ci ha offerto la sua visione sulle elezioni e sul suo personale impegno.

  • A breve si svolgeranno le elezioni per gli organi di rappresentanza studentesca, alla luce della tua esperienza qual è il livello di partecipazione degli studenti nei confronti della politica universitaria?

“Il livello di partecipazione degli studenti nei confronti della politica universitaria è decisamente importante, a Catania ancor più che nella maggior parte degli atenei italiani. Probabilmente sono quelli del sud Italia quelli ad esser più partecipati da questo punto di vista e Catania, lo si può dire tranquillamente, risulta essere un’apri-fila in tal senso. Nel dipartimento di giurisprudenza in particolare forse è anche “eccessiva”. Il tutto però rende sicuramente l’ambiente decisamente più costruttivo, assai più funzionale e attento rispetto a quello presente in molti altri dipartimenti”.

  • Quando si parla di politica universitaria si pensa inevitabilmente alla politica nazionale. Tuttavia esiste una reale correlazione?

In teoria no, soprattutto perché poi all’università si crea un meccanismo, una volta che si è presenti nei vari organi come rappresentanti, quasi di solidarietà assoluta tra studenti. In quel contesto soprattutto ci si rende conto che le istanze, seppur con sfumature concettuali diverse, sono più o meno le stesse per tutti. L’obiettivo allora è quello di lavorare insieme agli altri. Quando fu della riforma del regolamento del nostro Ateneo, che avrebbe ridotto il numero di appelli, lì si è vista una comunità studentesca unita a prescindere dalle differenze politiche e dalle origini. Quella secondo me è una grande lezione sia per chi fa politica universitaria che per tutti gli altri: nelle istanze importanti, nelle battaglie importanti vince la compattezza e perdono le divisioni”.

  • Tu sei anche il fondatore di Iuris. Ci spieghi cos’è?

“Iuris è un’associazione che nasce da una mia idea circa due anni e mezzo fa. Oggi è una famiglia con oltre 70 membri e con 20 candidati che si misurano in questa competizione. Iuris però è soprattutto un servizio allo studente. L’attività principale è quella anche se poi ci occupiamo di tantissime altre cose, esempi sono le tante iniziative di stampo culturale, solidale ecc. La nostra è una realtà composta da ragazzi che antepongono il benessere degli studenti e il servizio ai colleghi al proprio tempo libero”.

  • Il tuo impegno nel mondo dell’associazionismo e in quello della politica universitaria è iniziato qualche anno fa, che percorso è stato? Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro più prossimo?

“Il mio impegno nell’associazionismo inizia a luglio del 2021. Ormai siamo oltre i 2 anni e personalmente ritengo di aver aver già fatto quello che dovevo fare. Ho fatto il mio percorso e adesso ho il piacere di traghettare un gruppo nuovo verso una sua autonomia, una propria consapevolezza affinché un domani possano essere questi stessi ragazzi a portare avanti il lavoro.
La politica universitaria è “un periodo di tempo”, come tutto d’altronde. Conseguenzialmente il mio obiettivo per il futuro più prossimo è certamente quello di fare un buon risultato a queste elezioni, di lasciare ai ragazzi che se ne occuperanno domani un gruppo forte dove non voglio essere più protagonista ma un buon consulente”.

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