Francesco, il Papa che amava il calcio e gioiva per Barrientos
Originario del quartiere ‘Flores’ di Buenos Aires, Papa Francesco(al secolo Jorge Mario Bergoglio) non ha mai nascosto la sua passione per il calcio, ed in particolare per la squadra argentina del San Lorenzo🇦🇷👇

Nel corso della millenaria storia della chiesa ciascun pontefice ha lasciato un segno, e ciascuno lo ha fatto a modo suo, calato nella realtà del proprio tempo. La vicinanza ai più deboli, unita ad una profonda umanità , è stata uno dei tratti distintivi del suo pontificato, tanto da rendere Francesco uno dei papi più amati di sempre, con una manifestazione di genuino affetto popolare che lo ha accompagnato fin dal momento in cui apparve per la prima volta sulla balconata di San Pietro, ricordando quella suscitata dall’indimenticato Giovanni Paolo II.
Di un’altra cosa possiamo essere certi: nessun Papa prima di lui aveva esibito una tale passione per il mondo dello sport(‘metafora della vita’), ed in particolare per il calcio(‘collante della società ’). Il legame tra Bergoglio – scomparso lo scorso 21 aprile all’età di 88 anni – e il Fútbol(così è chiamato nei paesi ispanofoni) non è mai stato un mistero lungo questo tempo trascorso da romano pontefice, come non lo è mai stato il suo tifo – o per meglio dire “afición” – per la squadra del Club Atlético San Lorenzo de Almagro, rappresentativa del “barrio” Boedo di Buenos Aires, sito non lontano da ‘Flores’, quartiere che diede i natali al futuro Francesco nel 1936.
Una passione nata quando, da piccolo, il padre Mario lo portava al vecchio ‘Gasómetro‘, lo stadio che fino al 1979 ospitava le partite casalinghe del club rossoblu. Una passione che Francesco, da buon argentino, ha continuato a coltivare negli anni, dall’inizio del suo cammino ecclesiastico fino a diventare il primo Papa della storia a provenire dal continente americano. Non sorprende allora che nei giorni successivi alla morte sia tornata a circolare la foto della sua tessera da tifoso del club, ad indicarne lo status di ‘cuervo’ (lett.”corvo”, così sono chiamati i sostenitori del San Lorenzo). La tessera in questione, mostrata dai media argentini, risulta emessa in data 12 Marzo 2008, esattamente cinque anni prima che Bergoglio venisse eletto Papa(13 Marzo 2013).
A dicembre del 2013, nello stesso anno della sua elezione, Papa Francesco ricevette in Vaticano una delegazione della squadra argentina, allora neo-vincitrice del campionato nazionale, che gli diede in dono una maglia personalizzata ed una copia del trofeo appena vinto. Coincidenza ha voluto che l’anno seguente proprio il San Lorenzo riuscisse per la prima volta a conquistare la Copa Libertadores (equivalente sudamericano della Champions League). In quell’occasione, Francesco ebbe a dire orgogliosamente: “Siete una parte fondante della mia identità culturale”.
Nelle ore seguenti la notizia della scomparsa, proprio il club di Buenos Aires è tornato ad omaggiarlo sui canali social, dedicandogli un post con parole molto toccanti che celebrano l’appartenenza ultra settantenaria del defunto pontefice ai colori del ‘Ciclón’ (altra delle tante denominazioni del San Lorenzo). Continua sotto👇
Mai stato uno in più, sempre stato uno di noi. ‘Corvo’ da bambino e da uomo, ‘corvo’ da sacerdote e da cardinale…’corvo’ anche da Papa. La sua passione per il ‘Ciclone’ l’ha sempre trasmessa: quando andava al ‘Vecchio Gasometro’ per vedere la squadra del ’46, quando cresimò Angelito Correa nella cappella del centro sportivo, quando riceveva le visite rossoblu al Vaticano sempre con grande felicità . Da Jorge Mario Bergoglio a Francesco, una cosa non è mai cambiata: il suo amore per il ‘Ciclone’. (San Lorenzo, profilo ufficiale)

L’aneddoto. Ai tempi della militanza del Catania in Serie A era noto come alle pendici dell’Etna vi fosse una nutrita colonia di calciatori argentini a formare l’ossatura portante della squadra rossazzurra. Tre di loro (Gomez, Bergessio e Barrientos) pensarono di organizzare insieme un viaggio in Vaticano per incontrare il Papa, condividendo con quest’ultimo non soltanto la nazionalità ma l’aver indossato tutti e tre la maglia dell’amatissimo San Lorenzo. Di questi, soltanto “El Pitu” Barrientos sarebbe tornato a vestire quei colori a fine carriera, facendo perfino in tempo a segnare un gol storico, quello del 2-1 contro Auckland nella semifinale del Mondiale per Club 2014, che valse agli argentini l’accesso alla finalissima con il Real Madrid, oltre a regalare non poca gioia ad un tifoso molto speciale.
