“Halloween Ends”: Il capitolo finale di un’icona dell’orrore
“Halloween Ends”, diretto da David Gordon Green, promette fin dal titolo di essere il capitolo definitivo di una delle saghe horror più longeve e amate di tutti i tempi. Dopo oltre 40 anni di maschere, omicidi e lotte tra il bene e il male, questo film tenta di chiudere l’arco narrativo iniziato con il capolavoro originale di John Carpenter. Ma questa chiusura, per quanto ambiziosa, lascia sentimenti contrastanti, dividendo il pubblico tra chi ne apprezza il coraggio e chi rimane deluso da alcune scelte narrative.
La trama si svolge quattro anni dopo gli eventi di Halloween Kills. Laurie Strode (interpretata ancora una volta dalla straordinaria Jamie Lee Curtis) sta cercando di ricostruire la sua vita dopo anni di traumi causati dal famigerato Michael Myers. Stavolta Laurie non è più una donna ossessionata dalla vendetta, ma una nonna che cerca di ritrovare la pace con la sua nipote, Allyson (Andi Matichak). Tuttavia, la quiete è solo apparente, perché Haddonfield è ancora una città consumata dalla paura e dal rancore. È in questo contesto che entra in scena Corey Cunningham (Rohan Campbell), un giovane la cui vita cambia radicalmente dopo essere stato coinvolto in un tragico incidente. Corey diventa il cuore narrativo del film, rappresentando una nuova prospettiva sulla paura e sul male.
Il Michael Myers che incontriamo in Halloween Ends è diverso da quello che ricordiamo. Non è più l’invincibile incarnazione del male, ma un’ombra del mostro che terrorizzava Haddonfield. Questa rappresentazione umanizzata di Michael è audace, ma potrebbe alienare i fan che lo considerano una forza inarrestabile. Il legame tra Michael e Corey aggiunge una nuova dimensione al film, esplorando come il male possa essere contagioso, una fiamma che passa da una persona all’altra, alimentata dal trauma e dalla rabbia repressa.
Laurie Strode, il cuore della saga, è finalmente al centro della narrazione in un modo che i fan aspettavano. Jamie Lee Curtis offre una performance intensa e sfaccettata, mostrando Laurie in un momento di vulnerabilità e forza rinnovata. La sua lotta finale con Michael è il culmine di decenni di tensione, un confronto che riesce a essere emotivo e brutale. Tuttavia, il focus su Corey Cunningham – un personaggio nuovo introdotto in questo ultimo capitolo – sottrae spazio ai personaggi storici, una scelta narrativa che potrebbe lasciare perplessi gli spettatori più affezionati alla mitologia della saga.
Il significato del film si muove su temi universali come il trauma, la vendetta e la capacità (o incapacità) di lasciarsi il passato alle spalle. Il male, qui, non è solo un uomo mascherato che uccide indiscriminatamente, ma un’entità che si insinua nella società, trasformando vittime in carnefici e perpetuando un ciclo infinito di violenza. Halloween Ends sembra dirci che la vera battaglia non è solo contro Michael Myers, ma contro l’oscurità che si annida dentro ciascuno di noi.
Visivamente, il film alterna momenti di tensione classica a un’atmosfera più riflessiva e malinconica. Le sequenze di omicidio, per quanto ben costruite, non sono più il fulcro della storia; al contrario, la narrazione si concentra sulle conseguenze della violenza, sui legami umani e sul bisogno di chiudere i conti con il passato. Questo approccio più introspettivo potrebbe non soddisfare i fan in cerca di puro terrore, ma offre una lettura più matura e ambiziosa della saga.
In conclusione, “Halloween Ends” è un capitolo che osa prendere rischi, cercando di raccontare qualcosa di nuovo in una saga che ha definito i confini dell’horror slasher. Non tutte le scelte funzionano, e il peso delle aspettative rende il risultato inevitabilmente divisivo. Tuttavia, rimane un tentativo audace di chiudere un cerchio che, per decenni, ha esplorato le molteplici facce del male. Non sarà il finale perfetto, ma forse non poteva esserci una chiusura veramente definitiva per un mito come Michael Myers.