Lo Stato che si impegna per i giovani
Il rinnovo di un accordo tra le pubbliche amministrazioni e la sottoscrizione di un nuovo protocollo. Sono questi due dei progetti che le istituzioni catanesi hanno deciso di portare avanti in questo nuovo anno. In particolare l’accordo che è stato rinnovato trova la sua prima finalità nel prevenire e arginare il fenomeno della devianza minorile nella stessa area metropolitana ed insieme favorire la piena attuazione delle funzioni della tutela dei minorenni. Lo stesso documento vedeva la sua originaria sottoscrizione, prima attestazione di volontà nel perseguirne gli importanti obiettivi, già più di un anno fa e specificatamente nel gennaio del 2021. A questo primo progetto si affianca poi un nuovo protocollo volto a contrastare il fenomeno della dispersione scolastica nell’area del comune etneo, sicuramente una delle problematiche più rilevanti e strettamente collegate al summenzionato accordo. Attraverso i dati forniti dall’Osservatorio metropolitano ci si accorge infatti, come il fenomeno sia arrivato a livelli che sfiorano il 21%, una statistica che già in passato suggeriva la necessità di un pronto intervento.
Lo scorso 11Febbraio, presso il liceo classico “Nicola Spedalieri” di Catania, è stato sottoscritto il già citato protocollo con la finalità quindi di contrastare tale evento nel modo più attivo possibile. Le istituzioni che hanno aderito sono state rappresentate dal prefetto, dal sindaco, dal presidente del Tribunale per i Minorenni di Catania, dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni di Catania, dal dirigente dell’Ufficio scolastico regionale per la Sicilia e dal direttore provinciale dell’Inps.
Una delle novità più importanti di questo protocollo è costituita dall’inserimento tra le condizioni indispensabili del “patto per l’inclusione sociale” (anche detto “PAIS” e utile per beneficiare del reddito di cittadinanza) dell’impegno al rispetto dell’obbligo di iscrizione e frequenza scolastica dei minori delle famiglie che ne beneficiano, pena la revoca dello stesso. Inoltre, anche l’Asp di Catania è entrata a pieno titolo tra gli enti firmatari dell’accordo.
Bisogna anche specificare però nell’analisi dei dati della dispersione scolastica come la pandemia che ha investito la totalità delle realtà sociali si sia concretizzata quale una sorta di catalizzatore delle già gravose difficoltà, presenti soprattutto nelle classi più basse dello stesso tessuto sociale, portando a galla numerose problematicità anche e soprattutto tra i più giovani. E pure da questo punto di vista non si può sottovalutare il ruolo della scuola, la quale non è “semplicemente” ambiente di formazione ma costituisce, riprendendo le parole di Malcolm X, “il passaporto per il nostro futuro”. L’istruzione infatti, attraverso non solo l’apprendimento ma anche tramite la convivenza col prossimo e l’educazione dell’individuo porta lo stesso ad una condizione di completa autonomia, liberandolo dalle catene che metaforicamente lo possono trattenere nella sua crescita. Non a caso, proprio in riferimento a ciò Piero Calamandrei diceva “Trasformare i sudditi in cittadini è un miracolo che solo la scuola può compiere”. La limitazione del “suddito” costituisce infatti ogni realtà di qualunque giovane che, anche senza rendersene conto, viene influenzato da diversi fattori, come possono essere l’ambiente in cui vive o la famiglia stessa. L’intervento delle istituzioni e in particolare l’impegno del Tribunale per i Minorenni di Catania, nella persona del dott. Roberto Di Bella, risultano quindi essenziali per salvaguardare l’avvenire di molti ragazzi, spesso osteggiato dai familiari stessi. La cooperazione fra le diverse istituzioni palesa non solo il tentativo dello Stato di non lasciare indietro nessuno ma anche la reazione contro chi, volontariamente o meno, impedisce la formazione e la crescita dei cittadini del futuro.