L’arte dell’inchiostro sulla pelle
L’uomo ha sempre segnato il proprio corpo con tatuaggi e piercing ma, all’epoca della sua nascita, questa pratica era un chiaro segno di un’appartenenza ad una cultura o ad una religione.
La tecnica del tatuaggio consiste nell’iniettare l’inchiostro direttamente sotto la pelle usando un ago o un altro oggetto appuntito.
In molte civiltà era considerato un rito di passaggio per il dolore causato che si provava nella realizzazione.
Era anche un modo per identificare schiavi, prigionieri o animali domestici.
Oggi ci sono svariati motivi per i quali i giovani mostrano interesse per un piercing o un tatuaggio e questo costume viene considerato una vera e propria forma d’arte; a partire del tatuatore che disegna lo “stencil”, che poi verrà posto sulla zona desiderata, fino al soggetto che diventerà il “canvas” sul quale verrà scolpito il colore.
Ogni tatuaggio è di per sé particolare: dalla scelta di colori alla misura, fino allo spessore delle linee che verranno tracciate.
Inoltre, ha anche una valenza sentimentale ed emotiva poiché si desidera veramente farlo, che sia per abbellire o per commemorare qualcosa o qualcuno.
È un’attività creativa, inoltre, che si divide in due: il tatuatore ha il compito di eseguire lo stencil senza commettere errori poiché, con una mano salda e decisa, deve tracciare le linee che andrà a colorare; il soggetto interessato, invece, dà un significato preciso a quello che in quell’istante sta facendo perché il tatuaggio è permanente per cui tutto viene deciso ed eseguito con cura ed, in fondo, già sa che il risultato lo renderà felice.
Anche il piercing è una “modifica” che si effettua sul proprio corpo ma la cosa che la differenzia dal tatuaggio è che non sempre esso è definitivo. La parola inglese “piercing” si riferisce alla pratica del perforamento di un buco; infatti, con uso di aghi sterili il pierre, attraverso movimenti decisi, perfora la pelle e vi inserisce il gioiello scelto in precedenza dal cliente.
I piercing vengono eseguiti per una serie di motivi: religiosi o spirituali, espressione di sé, valori estetici, rispetto o ribellione culturale.
Alcune forme rimangono controverse, specialmente se applicate ai giovani adulti.
L’esposizione ad essi è limitata in molti ambienti perché sono ritenuti non eleganti o professionali in certi ambiti lavorativi.
Ricordiamoci, però, che anche i buchi ai lobi delle orecchie ricadono nella fascia dei piercing: essi, come un semplice buco al naso, che sia fatto da un ago o da una pistola per orecchini, lo è per definizione; quindi, perché mai il buco per i tradizionali orecchini va bene ma uno al naso o al labbro no?
Forse perché gli orecchini sono considerati dei gioielli abbastanza classici, popolari e socialmente accettati nella nostra cultura da secoli.
Oggi, molte famiglie lasciano che i loro figli facciano il buco al lobo anche ad un’età molto giovane.
Per piercing e tatuaggi invece, in Italia, bisogna compiere almeno sedici anni d’età e deve essere il genitore a dare il consenso allo specialista di competenza di poter eseguire il buco o il tatuaggio.
Spesso, per gli adolescenti, il tatuaggio o il piercing rappresenta la piena libertà d’espressione della persona per cui permette di “tracciare” la propria identità e di sentirsi meglio con sé stessi, differenziandosi dalla massa.