La repressione artistica negli adolescenti
Quante volte ci siamo ritrovati davanti a un tema d’italiano e non riuscendo a trovare le parole giuste per iniziare, abbiamo semplicemente lasciato perdere e consegnato in bianco?
Subito dopo però, ci ritroviamo davanti al nostro diario e un po’ per far passare il tempo e un po’ per i pensieri ricorrenti ci mettiamo inconsciamente a scrivere dediche e citazioni note di un qualsiasi tema d’italiano.
Ed è proprio in quel momento che esce la vera emotività della persona.
Al dì fuori della scuola troviamo città invase di murales, arte astratta e come alcuni lo vorrebbe definire “vandalismo”.
Che poi vandalismo non è altro che la tendenza a distruggere qualcosa per ignoranza o insensibilità.
Ecco perché vandalismo è tutt’altro che il termine corretto per descrivere degli adolescenti pieni di idee ed emozioni contrastanti.
Questo perché cerchiamo di reprimere completamente la nostra creatività, per poi sfogarla improvvisamente nella prima cosa che capita.
Banchi, muri, sedie, bagni, porte, libri diventano delle tele alla portata di tutti.
Delle tele libere, dove poter sfogare ogni tipo di emozione.
Perché spesso lasciare delle tracce anonime sparse per la città o per la scuola, fa meno paura di scrivere un tema d’italiano per il proprio professore.
Forse per la paura di essere ascoltati, si finisce per chiudere ogni minima traccia di estrosità, fino al momento della detonazione.
Proprio come una bomba che aspetta il conto alla rovescia per poter avere una minima esplosione, e mostrare la sua vera natura.
Questo perché siamo la generazione dei fogli bianchi per i temi d’italiano, e dei fogli incasinati per le dediche sui diari.