Gran Galà del Convitto Cutelli: giovani promesse fra passi di danza e spirali di emozioni
Sembrava di aver fatto un tuffo nel passato più suggestivo sabato 11 giugno al Convitto Cutelli di Catania e, nello stesso tempo, aleggiava una ventata di nuovo slancio verso il futuro: il Gran Galà che ha coinvolto gli alunni del quinto anno del Liceo Classico Europeo ha lasciato senza fiato gli astanti. Fra passi di danza, vortici emotivi di fine anno e ciclo scolastico e la raffinatezza delle mise, nugoli di studenti, docenti, genitori e docenti educatori venivano incantati dall’atmosfera leggiadra che si respirava.
Sontuosa la cornice del Convitto con il suo prospetto neoclassico e il cortile monumentale del Vaccarini, che regalava la purezza e l’armonia delle sue forme agli occhi degli spettatori, mentre le statue del tempo e della fama sovrastavano i giovani allievi e le eleganti debuttanti, neofiti nella circostanza, col cuore in gola e in testa i passi, sullo sfondo del maestoso scalone di marmo da cui sono scesi in coppia, dame e cavalieri, per accingersi a danzare.
In apertura il saluto della vicepreside prof.ssa Sandra Di Maria e della prof.ssa Maria Grazia Abramo che ha seguito i nostri esordienti ballerini e ha spiegato la novità dei ruoli dei “leader” che conducono le danze e dei “follower” che, questa volta, non erano legati necessariamente alla figura maschile o femminile e anzi si sono anche scambiati di ruolo nei diversi pezzi. Valzer trascinanti come Il Gattopardo di Nino Rota e tanghi come Por una cabeza (celeberrimo per la scena principe del film Profumo di donna) di Gardel hanno animato la serata, coinvolgendo il pubblico rapito e sedotto dalle movenze dei ragazzi radiosi, dal ritmo, dai colori soffusi delle luci del tramonto nonché degli abiti sfavillanti.
A seguire, le seducenti esibizioni dei nostri studenti che hanno mostrato i propri talenti canori: Alessandra Guglielmino ed Eleonora Gargano di VA si sono esibite in Image di John Lennon e in un mush-up composto con I will Survive di Gloria Gaynore e Survivor dei Destiny’s Child commuovendo e infervorando il pubblico con la loro calda voce; Francesco Stella, poi, ha intrattenuto e galvanizzato gli spettatori con il testo Tu vuo’ fa’ l’americano di Renato Carosone, strappando davvero tanti applausi.
Toccanti anche le lettere di commiato e ringraziamento lette dai ragazzi delle cinque classi quinte che quest’anno si congedano, rivolte a tutti coloro che li hanno seguiti e in cui hanno definito il Convitto “un luogo dove si impara a vivere insieme e a condividere, dove si intende il valore dei rapporti, un posto speciale, di cultura e di risate”.
A contorno di questo concerto di emozioni, una splendida torta preparata dallo chef e dagli inservienti della mensa, finemente decorata e servita nel portico.
Ha chiuso la kermesse il dirigente prof. Stefano Raciti ringraziando tutti coloro che hanno contribuito a dar vita a questa ormai tradizionale iniziativa, interrotta a causa del Covd 19 e finalmente tornata ad ammaliarci.
Quel che ha colpito di più, però, sono stati quegli innumerevoli raggi di luce sparsi nella grande corte colonnata: quei visi splendenti degli studenti nel fiore della giovinezza come fari con radici affondate in un cuore antico e, insieme, con liane protese verso le grandi speranze delle vite che si aprono al mondo, agli studi universitari, alle novità, ai viaggi e a tutto quanto riempirà la loro esistenza cominciando così pragmaticamente a “vivere” ciò che hanno imparato in questi anni nel nostro Liceo “classico”, con i suoi studi di greco e latino, le tragedie, le viste ai musei, le basi di Ventotene, … ma anche “europeo”, con le lingue
moderne, le conferenze, gli scambi culturali, il teatro moderno … proiettati verso il futuro ma saldamente legati con lo sguardo al passato.
Un evento emblematico, questo, dell’essere studenti del nostro Liceo, perfetta epitome e rappresentazione di questo indirizzo di studi.
E a voi, cari ragazzi “ad maiora semper”: che il mondo vi accolga a braccia aperte e che Dio vi assista!
Foto di : Mario Giuseppe Abramo, Alice D’antoni, Daniele Gaetano Corsaro, Giorgio Caruso.