USA, abolito il diritto all’aborto
Partono le prime proteste contro la Corte Suprema
Cosa sta succedendo in questi giorni negli Stati Uniti d’America?
Il 24 giugno 2022, gli USA hanno sconvolto tutti i paesi del mondo a seguito della decisione da parte della Corte Suprema, di abolire il diritto all’aborto.
Così mentre si cerca di andare avanti, gli Stati Uniti d’America tornano indietro di almeno 50 anni.
Nel 1973 infatti la stessa Corte aveva riconosciuto il diritto della texana Norma McCorvey di interrompere la gravidanza garantendo a tutte le donne di poter abortire liberamente.
La decisione è stata presa da una Corte divisa, con 6 voti a favore dei giudici conservatori e 3 contrari, i giudici liberal Sonia Sotomayor, Elena Kagan e Stephen Breyer che hanno diffuso un comunicato per dissociarsi: “Tristemente, molte donne hanno perso oggi una tutela costituzionale fondamentale. Noi dissentiamo”. Tutti e tre i giudici nominati dall’ex presidente Donald Trump, che ha perso nel voto popolare sia nelle elezioni del 2016 che in quelle del 2020, durante il suo mandato hanno votato per l’abolizione della sentenza. E infatti Trump è il primo a esultare: “È la volontà di Dio. La decisione vuol dire seguire la Costituzione e restituire i diritti”, ha detto l’ex presidente americano.
L’Opinione Pubblica si ribella
Subito dopo la decisione ufficiale da parte della Corte Suprema, centinaia persone, soprattutto donne, si sono riunite per protestare davanti all’edificio che ospita il massimo organismo giuridico americano a Washington.
Le proteste però non si sono limitate davanti alla Corte Suprema, ma stanno continuando in tutte le città degli stati Uniti.
A New York i manifestanti, i cosiddetti pro-choice, si sono radunati a Bryant Park, nel cuore di Manhattan e almeno 25 di loro sono stati arrestati.
A Los Angeles i pro-choice hanno marciato lungo la Freeway 110, bloccando il traffico.
L’occupazione è continuata nelle strade del centro di LA per tutta la notte.
A Phoenix un gruppo di manifestanti ha rotto alcune finestre del palazzo del Senato cercando di introdursi nell’edificio.
Però durante le manifestazioni non ci sono solo i pro-choice, ma ci sono anche quelli che si definiscono “pro-life” e che quindi appoggiano la decisione della corte suprema.
L’attivista pro-choice Guido Reichstadter si è arrampicato sopra il Frederick Douglass Memorial Bridge per esporre uno striscione ed ha postato sui social la sua contrarietà alla decisione della Corte Suprema.
A Greenville in South Carolina, la polizia è intervenuta proprio per impedire lo scontro tra i manifestanti dei due schieramenti, pro-choice e pro-life, ed ancora ne sono scaturite violenza e uso di Taser e arresti da parte delle forze dell’ordine.
A Cedar Rapids, in Iowa, un pick-up ha travolto un gruppo di manifestanti a favore del diritto all’aborto. Non è sicuro se il 60enne guidatore lo abbia fatto per motivi ideologici o meno. Una ragazza è rimasta lievemente ferita ma il bilancio poteva essere molto più grave.
Quindi cosa succederà adesso negli Stati Uniti?
Con l’annullamento della sentenza Roe v. Wade, che quasi 50 anni fa stabilità il diritto all’aborto, più della metà dei 50 Stati americani potranno immediatamente vietare il ricorso all’interruzione di gravidanza.
Quali Stati vogliono abolire il diritto all’aborto?
Molti stati come il Texas, l’Indiana, il South Dakota, il Missouri e il Kentucky hanno immediatamente abolito l’aborto.
In totale, sono 26 gli Stati USA che aspettavano la conferma per l’abolizione del diritto all’aborto.
Un altro gruppo di Stati vuole vietare l’aborto nei primissimi stadi, quando ancora le donne non sanno neanche di essere incinte. Uno di questi è la Georgia, dove l’aborto verrà vietato al sesto mese di gravidanza.
Cosi le donne che vorranno abortire saranno costrette a dover viaggiare negli stati dove ancora sarà legale, o a ricorrere a pratiche clandestine…basterebbe pensare agli strati più poveri della popolazione.