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Inside Out 2: non tenere chiuse le tue emozioni in un barattolo

È ufficiale. Inside Out 2 è ormai un campione di incassi e si avvia ad essere anche uno dei cartoni animati più visti di sempre. 

Al botteghino supera perfino Dune 2, uscito lo scorso febbraio, divenendo di fatto il film più proficuo del 2024.

Non è una sorpresa. Nella sua seconda uscita, infatti, Inside Out, seppur indirizzato specificatamente ad un pubblico di bambini, è stato capace di conquistare – con addirittura maggiori risultati – anche i grandi. 

Grazie ad un viaggio nell’inconscio e una presa di consapevolezza circa la natura fallace dell’uomo, Inside Out 2 ha colto nel segno, gettando luce su una delle problematiche che maggiormente affliggono l’uomo moderno e fornendo una chiave di lettura per poter interpretare e sviscerare la stessa.

La trama

Riley, ora tredicenne e in piena pubertà, si sta preparando con entusiasmo al campus estivo di hockey, decisa ad ottenere un posto nella sua squadra del cuore, le Firehawks.

Quando le sue due migliori amiche, Bree e Grace, però, le rivelano di esser state accettate in un liceo diverso dal suo, la ragazzina, spiazzata e ferita dalla notizia, finisce per mettere in atto una serie di errate decisioni. 

Nella sua mente, Ansia ha preso il sopravvento, gettando nel caos il quartier generale e intrappolando Gioia e le sue fidate Emozioni in un barattolo.

Non esiste solo il bianco o il nero, il bene o il male: siamo fatti di sfumature

Viviamo in un mondo traboccante di inquietudini, dove tutto è accelerato, oberante, sovrastimolante e calcolato. Ci viene richiesto ogni giorno di essere all’altezza, instancabili, impeccabili, sempre al passo degli standard. 

Il paragone è la sola misura che conosciamo per poter definire noi stessi, ed essere i primi, i migliori, sembra essere l’unica strada percorribile per dimostrare il nostro valore.

Non vi è spazio per la noia: bisogna essere produttivi, efficienti, intransigenti. Se la si asseconda, ecco pendere una spada di Damocle sulla nostra testa, riprovevole manifestazione del nostro fallimento.

È facile dimenticare se stessi, in questo flusso inarrestabile. Lasciarsi sopraffare e travolgere. 

Reprimere le emozioni, ingoiare i desideri e permettere all’ansia di far presa su di noi, totalizzante, non fa altro che renderci un arzigogolato gomitolo di negatività, una bomba atomica pronta a esplodere e a devastare.

Vale la pena annullarci in virtù di tali ideali irraggiungibili? Alienarci e automatizzarci per assicurarci una felicità fittizia ed effimera?

Inside Out ci insegna proprio che, in questa collettiva e nevrotica corsa senza fine, dovremmo forse fermarci tutti e guardarci un po’ dentro. 

Esplorare i nostri spigoli, i nostri punti di forza. Accettare la fallibilità del nostro essere e la sua perfetta imperfezione. 

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