Italia – Mancini torna sull’addio alla Nazionale: “Sarei rimasto altri dieci anni”
Mancini: ospite di Fabio Fazio sul Nove, l’ex tecnico della Nazionale e attuale CT dell’Arabia Saudita è tornato a parlare delle dimissioni rassegnate ad agosto 2023⬇️
“Non mi rimprovero nulla” – La notizia delle sue dimissioni, formalmente rassegnate il 13 agosto scorso, aveva scosso come un terremoto l’estate calcistica italiana. Allora fu una grossa sorpresa per i tifosi. Una decisione dalle tempistiche decisamente anomale dato che di lì a poco la Nazionale avrebbe dovuto affrontare due gare decisive in ottica qualificazione agli europei contro Macedonia del Nord e Ucraina. Un pò meno sorprendente per chi sapeva che aria tirasse in quel di Coverciano ormai da diversi mesi. Gli attriti con la federazione post-vittoria di Euro2020 erano solo parzialmente spiegati dallo scarso rendimento del team azzurro con Mancini alla guida. Le frequenti ingerenze del presidente Gravina nella sfera prettamente tecnica della Nazionale(sostituzione non concordata di membri dello staff) sarebbero state mal sopportate dallo stesso Mancini, fino allo strappo decisivo e al comunicato della FIGC che ne annunciava l’addio con effetto immediato.
Recentemente ospite di Fabio Fazio su Nove.tv, l’allenatore di Jesi è tornato a parlare della rottura con l’Italia affermando di non avere nulla da rimproverarsi per come è maturata la separazione🗣: “Nessun rammarico da parte mia. Dispiaciuto di aver dovuto lasciare la Nazionale perché stavo benissimo, ci sarei rimasto altri dieci anni”. Nel corso dell’intervista Mancini non è sceso nel dettaglio delle motivazioni che lo hanno spinto ad abbandonare l’azzurro, limitandosi a raccontare quanto si trovasse bene nel suo ruolo. Eppure nelle sue dichiarazioni rilasciate a “Repubblica” e “Corriere dello Sport” a poche settimane di distanza da quel fatidico tredici di agosto si evidenziava uno stato di malessere che si protraeva ormai da diverso tempo e che veniva ricondotto alle persistenti tensioni con il massimo dirigente federale, tanto da delineare un quadro tutt’altro che idilliaco: “Ho spiegato a Gabriele(Gravina ndr) che in quei mesi avrebbe dovuto lasciarmi tranquillo, lui non l’ha fatto e io mi sono dimesso. La verità è che non voleva più che rimanessi”. (continua sotto👇)
Dal trionfo a Wembley al tonfo di Palermo, tutto in pochi mesi. Il cielo inglese toccato con un dito. Un sogno diventato realtà e regalato a milioni di italiani quando non si era ancora usciti dal dramma della pandemia. Poi un ripido declino. Gli ultimi due anni di Roberto Mancini sulla panchina azzurra hanno il sapore dolceamaro dei ricordi più intensi. Quelle esperienze vissute così in fretta da lasciare storditi, non facendo capire cosa sia realmente successo. Sono sette i mesi che intercorrono tra l’incredibile vittoria contro l’Inghilterra a Wembley in finale degli Europei e l’altrettanto incredibile eliminazione ai play-off mondiali per mano della piccola Macedonia del Nord. Dalla gioia più grande al tonfo più rumoroso, tutto in pochissimo tempo e con la sensazione che quella sera al “Barbera” di Palermo qualcosa si fosse rotto in modo non più riparabile, condizionando il percorso successivo fino all’amaro epilogo della scorsa estate.
Copertina📷: Fanpage.it