Generale

La contestualizzazione dell’attuale momento storico

Ulrich Beck, la società del rischio - Sociologicamente
📸 Ulrich Beck, sociologo tedesco. 📸

Nel 1986 il sociologo tedesco Ulrich Beck ha definito la società di quell’epoca: la società dei rischi. Nel 1999 il sociologo ungherese Zygmunt Bauman ha pubblicato la società dell’incertezza da cui scaturisce la definizione della società liquida.

A tutt’oggi non risulta che un sociologo abbia dato una definizione alla società di oggi. È possibile che la società di oggi, semanticamente, non possa essere definita con una sola parola. Ciò per tutto quello che si sta verificando, in parte sovvertendo modelli culturali acquisiti e consolidati.

Per dimostrare quanto sopra si fa soltanto riferimento a quanto segue:

  • dalla cultura delle spese di John Maynard Keynes dell’inizio del secolo scorso alla cultura della sostenibilità;
  • dal monopolio delle scelte riservato all’uomo, ai processi decisionali dell’I.A.;
  • dall’economia del libero mercato ai dazi di Trump;
  • dal dollaro, quale modello di riferimento mondiale alla competizione con altre monete;
  • dalla passiva accettazione della bulimia di leggi e regole in Europa ed in Italia per il mito della legalità alla presa di coscienza che è venuto il momento di deregolamentare;
  • la presa di coscienza del fallimento dell’ONU e di tanti accordi internazionali.

Tanto per citare le modifiche più rilevanti.

Oltre la difficoltà della definizione di questo momento storico ne rilevo un’altra. Cioè diventa necessario nelle analisi e nelle proposte, nonché nel raccontare quello che sta avvenendo oggi, contestualizzarlo. Soltanto ciò che è sacrale non è soggetto alla contestualizzazione e valutarlo con i principi di sostenibilità.

Al solo scopo di verificare quanto precede riflettiamo su queste due questioni:

  • La riforma sanitaria italiana di cui alla legge 23 dicembre 1979 n. 833, quando il debito pubblico era circa il 60% del PIL, e non vigendo i vincoli dell’Europa. Oggi sarebbe proponibile?
  • Le pendenze giudiziarie in Italia ammontano a circa 6 milioni, di cui circa 5.200 milioni davanti all’Autorità Giudiziaria Ordinaria e le altre davanti i TAR, le Corti di Giustizia Tributarie, etc. etc. 

Tale carico di pendenze giudiziarie non è più sostenibile e pesa negativamente nella competizione internazionale al pari dell’ammontare del debito pubblico di 3 mila miliardi di €.

L’avversata applicazione dell’intelligenza artificiale, da parte del mondo della “giustizia”, in ben definiti casi, sarebbe la soluzione.

La conclusione è che in questo momento storico tutto va contestualizzato ad eccezione di quanto è sacrale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *