La Corte Costituzionale richiama il governo: “Inaccettabili gli insulti che mettono in discussione la divisione dei poteri”
Quello di venerdì sarà certamente uno dei comunicati stampa della Corte Costituzionale che passerà alle storia. Dopo i continui contrasti tra l’attuale governo e la magistratura, a seguito dell’ennesima contestazione portata avanti dal governo Meloni, la Suprema Corte si è pronunciata con parole che si caratterizzano certamente per sintesi e per i toni fermi e perentori.
I presupposti della vicenda si rintrecciano nelle polemiche alimentate dalla maggioranza successivamente alla sentenza della Cassazione in merito alla fattispecie che ha visto coinvolti un gruppo di migranti eritrei. I malumori sono stati diretta conseguenza della decisione che ha portato alla condanna al risarcimento in favore degli stranieri a cui, nel periodo di agosto di 2018, fu impedito di sbarcare dalla nave “Diciotti” su direzione dell’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Sulla nave c’erano 177 persone, fra queste solo 41 hanno portato avanti una battaglia legale che li ha visti avere ragione sul presupposto di una violazione della propria libertà. La reazione di diversi parlamentari, soprattutto tra le file della Lega, non è passata inosservata, con molti di questi che si sono dichiarati assolutamente contrariati, arrivandosi a scagliare addirittura contro gli i giudici: “Dovrebbero risarcire loro con i propri stipendi”.

Risulta essere questa la base dell’intervento della Corte Costituzionale, realizzatosi attraverso un comunicato stampa che senza giri di parole va a sottolineare con netta fermezza la legittimità del proprio potere. Nella nota pubblica il vertice del massimo organo giurisdizionale, Margherita Cassano, ha infatti ribadito: “Le decisioni della Corte di cassazione, al pari di quella degli altri giudici, possono essere oggetto di critica. Sono, invece, inaccettabili gli insulti che mettono in discussione la divisione dei poteri su cui si fonda lo Stato di diritto”.
