La villa Bellini: binomio cultura-degrado
Vincenzo Bellini è un personaggio di spicco per la cultura catanese. Nato a Catania nel 1801
iniziò la sua carriera musicale fin da giovanissimo studiando presso il conservatorio di Napoli
fino ad arrivare ad esibirsi al teatro milanese La Scala. La sua ammirevole carriera non si
ferma solo ai confini nazionali ma tocca anche le principali capitali europee fra cui Londra e
Parigi. Quando morirà nel 1835 nella capitale francese, la sua salma verrà trasportata a
Catania dove verranno celebrati i funerali (presso la chiesa di San Nicolò l’Arena). La salma
verrà poi posta al Duomo dove ancora oggi la troviamo.
Naturalmente la figura di Bellini rappresenta ancora oggi un motivo di grande orgoglio per
tutta la Sicilia. Nel territorio catanese gli immobili a lui intitolati sono parecchi, fra questi
menzioniamo il teatro, l’aeroporto, la sua casa d’origine ora casa museo e infine la villa
comunale. Sfortunatamente in particolare la villa, ha mostrato più volte un lato oscuro di
degrado.
La Villa Bellini
Il giardino Bellini di Catania occupa una superficie di 70.942 mq, ed è abbellito da varie
statue, fontane a zampilli, prati fioriti e siepi. La Villa Bellini venne fatta costruire per volere
del Principe Ignazio Paternò Castello. Nel 1854 venne acquistata dal comune di Catania che
decise di restaurarla, affidando i lavori all’architetto catanese Landolina. Nel 1880 venne
inaugurato il “Viale degli Uomini Illustri” nel quale sono presenti i busti di alcuni fra gli uomini
più importanti fra cui Nino Martoglio, Stesicoro, Mario Rapisardi e Giovanni Verga. Al suo
interno spiccano anche più di 106 specie di piante e alberi secolari.
Degrado e poca sicurezza
Purtroppo, nonostante ciò, la villa presenta degrado e soprattutto mancanza di sicurezza,
infatti su 14 telecamere solo 5 sono funzionanti. I tristi recenti fatti di cronaca hanno
permesso ai cittadini di prendere coscienza dei pericoli che la villa può nascondere. L’ultimo
di questi è stato la sconvolgente violenza sessuale ai danni di una ragazzina di 13 anni da
parte di un gruppo di 3 egiziani avvenuta proprio nei bagni della villa lo scorso 30 gennaio.
Oppure ancora, la fontana centrale che un tempo godeva della presenza di veri cigni e tanti
altri animali fra cui le papere, dopo le svariate vicende spiacevoli ai danni degli animali, questi
vennero sostituiti da sculture in ferro. Continuando, il poc’anzi citato “Viale degli Uomini
illustri” è ricco di busti che per via dell’inciviltà sono imbrattati o addirittura mutilati (alcuni,
ad esempio, sono senza naso). Alla luce di ciò il prefetto Maria Carmela Librizzi, oltre a
denunciare la totale mancanza di sicurezza afferma che a parte investire maggiormente sulla
sicurezza, bisogna intervenire sul tema dell’educazione.
Dai cittadini catanesi è stato in più occasioni ribadita la poca sicurezza della villa ma
nonostante ciò la situazione di degrado sembra non cambiare assolutamente ed è senza
dubbio triste nonché vergognoso che un parco pubblico destinato alle attività sportive e
culturali quali concerti, debba essere ridotto in questo stato e ciò che dobbiamo ammettere è
che per quanto le istituzioni possano avere una parte di responsabilità, curando poco questo
luogo dalla grande storia, è anche vero che una parte di colpa la possiede quella minoranza di
cittadini incivili conseguenza anche della scarsa importanza data alla cultura e
all’educazione.
FONTI: Stuprata a 13 anni, telecamere cieche e degrado: cosa cambia dopo l’orrore |
Approfondimenti (cataniatoday.it)
Villa Bellini di Catania: il principale parco di Catania (mondosicilia.it)