L’arretratezza del meridione: tra passato, presente e speranze per il futuro
Una delle tematiche più discusse nell’ambito dello sviluppo del paese è senza dubbio
l’arretratezza del Sud rispetto al Nord Italia.
Questo grande divario è visibile su molti fronti, uno
di questi è il lavoro: al Sud si registra una percentuale maggiore di persone disoccupate rispetto
al Nord. Anche la maggior parte delle industrie che contribuiscono alla crescita dell’economia italiana sono collocate nelle regioni settentrionali. Questo fattore influenza moltissimo l’economia del mezzogiorno poichè porta moltissimi giovani ad andare verso il settentrione. Impossibile poi non citare il problema legato ai trasporti, specialmente in Sicilia. Le regioni del nord sono facilmente collegate tra loro tramite efficienti vie di comunicazione, in primis grazie ai treni ad alta velocità. Ebbene sì, in Sicilia l’alta velocità proprio non esiste.
Per compiere il tragitto Catania – Trapani con
l’autobus si impiegano fino a ben 5 ore, mentre in 5 ore, con un Frecciarossa si potrebbe
benissimo fare Napoli – Milano. Questo divario fra Nord e Sud prende il nome di “Questione meridionale” espressione usata
per la prima volta dal deputato lombardo Antonio Billia nel lontano 1873. Secondo gli storici, l’arretratezza del meriodione risale al periodo successivo all’Unità d’Italia. La colpa viene attribuita all’imposizione, da parte dei governi sabaudi, di un sistema statale con burocrazia centralizzata. A causa di ciò vennero imposte maggiori tasse e venne introdotta la leva militare obbligatoria. Proprio quest’ultima creò molti problemi alla Sicilia dell’epoca poiché l’isola basava buona parte della sua economia proprio sull’agricoltura e dunque sulla coltivazione dei campi sui quali lavoravano moltissimi ragazzi che essendo giovani e pieni di forza davano un grosso contributo. Molti ritengono che l’arretratezza del meridione derivi proprio da questi eventi storici.
Rivista la storia, che ci dà delle informazioni utili sull’origine del problema, dobbiamo considerare che l’arretratezza del Sud non è qualcosa che appartiene al passato ma al contrario se ne discute ancora oggi, dunque, la domanda che sorge spontanea è: come mai in tutti questi anni, tramite iniziative politiche di sviluppo, non si è riusciti a fare nulla per aiutare il Sud? Una soluzione potrebbe essere ad esempio puntare sulla cultura, non a caso il patrimonio culturale presente al sud è pari al 48% del totale del paese. Quell’infelice espressione “Con la cultura non si mangia” non è assolutamente vera nel caso del mezzogiorno. Investire nella cultura significa incentivare il turismo, garantire il lavoro alle strutture ricettive ma anche ai negozietti artigianali che attirano spesso molti turisti.
Un’altra idea potrebbe essere migliorare i trasporti di cui si parla all’inizio. Consentire ad un turista di spostarsi con facilità da un punto ad un altro, a parte essere una nota d’orgoglio, è fondamentale per consentirgli di visitare quanti più luoghi d’interesse possibili. In ultima analisi, ma non meno importante, dobbiamo investire sulle infrastrutture. Da anni la Catania-Palermo è oggetto di lavori interminabili. Non possiamo dimenticare che un passo fondamentale è, e resterà sempre, l’educazione. Purtroppo nelle grandi città del mezzogiorno, Catania è tra queste, il tasso di dispersione scolastica è il più elevato che nel resto d’Italia. Appare chiaro come per fare la differenza e gestire un cambiamento sia necessario che le nuove generazioni si costruiscano un bagaglio culturale.
Alla luce di tutto ciò, dunque, in futuro dobbiamo cercare di investire sulla crescita economica del meridione, e qui giocano un ruolo fondamentale le nuove generazioni, che con ingegno e soluzioni innovative possono fare la differenza. Un ruolo fondamentale lo possiede la politica. I governi che verranno in futuro dovranno garantire non solo il perfetto funzionamento del ministero della cultura, ma anche di quello dell’ambiente e soprattutto dell’economia, senza sprecare i fondi a disposizione e senza effettuare tagli finanziari da nessuna parte, nella speranza di risollevare le sorti di queste magnifiche terre ricche di storia, cultura e tradizioni.