cinemaSpettacolo

“Liberi di scegliere” – La ribellione silenziosa contro la ‘ndrangheta

Nel panorama del cinema italiano, pochi film riescono a coniugare il racconto civile con un’intensa carica emotiva come Liberi di scegliere (2019), diretto da Giacomo Campiotti. Ispirato a una storia vera, il film porta sullo schermo l’innovativa iniziativa del magistrato Roberto Di Bella, presidente del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, che ha ideato un programma rivoluzionario per sottrarre i figli delle famiglie ‘ndranghetiste a un destino criminale già scritto.

Trama: un destino segnato può essere cambiato?

La vicenda ruota attorno a Marco Lo Bianco (interpretato da un intenso Alessandro Preziosi), un giudice del Tribunale dei minori di Reggio Calabria, il cui lavoro quotidiano consiste nel gestire i casi di giovani nati in contesti mafiosi. Domenico (Carmine Buschini) è uno di loro: erede di una potente famiglia di ‘ndrangheta, il suo futuro sembra inevitabilmente segnato. Ma sotto la corazza del giovane, cresciuto in un ambiente dove il crimine è legge, si nasconde un desiderio inconfessabile di libertà.

Lo Bianco vede in lui e in molti altri ragazzi la possibilità di spezzare il ciclo della criminalità organizzata. Per questo, propone una soluzione senza precedenti: allontanare i giovani dalla loro terra e dalla loro famiglia, affidandoli a strutture e comunità che possano offrire loro un’educazione e una possibilità di riscatto. Ma il percorso non è semplice: la ‘ndrangheta non è solo una struttura criminale, è un sistema di potere fondato su vincoli di sangue, su un senso perverso dell’onore e su una paura che si tramanda di generazione in generazione.

Personaggi: il coraggio di cambiare

Il cuore pulsante del film è il personaggio di Marco Lo Bianco, che incarna la figura del magistrato che lotta non solo contro il crimine, ma contro una mentalità radicata e una società che spesso non lascia scampo. Domenico, invece, è l’emblema della generazione che si trova a un bivio: restare nella propria famiglia e accettare il proprio destino o lottare per un futuro diverso, incerto ma libero. Attorno a loro ruotano personaggi intensi, tra madri che soffrono, padri mafiosi incapaci di comprendere un’alternativa, e figure istituzionali divise tra scetticismo e speranza.

Fonte

Un messaggio potente e attuale

Il film non si limita a raccontare una storia giudiziaria, ma pone una domanda fondamentale: davvero il destino è ineluttabile? Attraverso la vicenda di Domenico e degli altri ragazzi coinvolti nel programma, Liberi di scegliere mostra come il cambiamento sia possibile, ma non senza sacrifici e sofferenza.

L’allontanamento da casa non è solo una salvezza, ma anche un trauma: significa rinunciare alla propria identità, affrontare la solitudine e il peso delle minacce. È un viaggio doloroso ma necessario, un atto di coraggio che pochi riescono a compiere fino in fondo.

Regia e ambientazione: un realismo senza filtri

Le riprese si svolgono tra Messina, Reggio Calabria e Villa San Giovanni, in luoghi che restituiscono la durezza e la bellezza della Calabria, una terra segnata da contraddizioni. La regia di Giacomo Campiotti evita facili spettacolarizzazioni e sceglie un approccio quasi documentaristico, con una fotografia che alterna i colori cupi degli ambienti mafiosi alla luce delle nuove opportunità.

L’interpretazione di Alessandro Preziosi è intensa e misurata, capace di trasmettere la determinazione e il tormento di un uomo che sa di avere davanti a sé una sfida enorme. Carmine Buschini, nel ruolo di Domenico, regala un’interpretazione profonda, riuscendo a rendere con grande sensibilità il conflitto interiore di un ragazzo diviso tra il senso di appartenenza alla sua famiglia e il desiderio di una vita diversa.

Un film necessario

Liberi di scegliere è un film che parla di scelte difficili, di coraggio e di speranza. Non è solo una denuncia sociale, ma un’opera che invita a riflettere su quanto sia difficile ribellarsi a un sistema criminale che si nutre di paura e controllo.
La sua forza sta nel mostrare che non esiste una vittoria immediata: il percorso per spezzare la catena della criminalità organizzata è lungo, doloroso e pieno di ostacoli. Ma la possibilità di una vita diversa, libera dalla violenza e dall’oppressione, è un diritto che va difeso a ogni costo.
Un film necessario, emozionante e profondamente umano, che lascia il segno e accende una luce di speranza in uno dei capitoli più bui della storia italiana.

Fonte

Loading

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *