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Lo scandalo della Banca Romana

Tra il 1892 e il 1893 l’Italia fu scossa dallo scandalo della Banca Romana. Roma è divenuta da poco capitale del Regno d’Italia e al governo vi è Giovanni Giolitti, uno dei profili con più rilevanti per la storia del nostro Paese. Il suo operato è sempre stato da molti discusso, sia per le sue azioni politiche sia per gli eventi che hanno scandito nel bene e nel male i suoi esecutivi. Tra quelli negativi vi è certamente lo scandalo della Banca Romana, un evento che portò a diverse conseguenze su molteplici piani, da quello economico a quello politico, passando per quello sociale.

La vicenda

Al tempo mancava quella che è l’attuale istituzione della Banca d’Italia, venendo ad esserci piuttosto 6 Banca autorizzate ad emettere monete. Esse erano:

  • La Banca Nazionale del Regno d’Italia
  • La Banca di Napoli
  • La Banca di Sicilia
  • La Banca Toscana di credito
  • La Banca Nazionale Toscana
  • La Banca Romana

Proprio quest’ultima si rese famosa per una gestione fraudolente dell’autorizzazione concessale, insieme ad una gestione finanziaria piuttosto nebulosa e carente. Lo scandalo, esploso solamente nel corso degli anni ’90 dell’ottocento, aveva visto il suo compimento già nel corso degli anni precedenti. Proprio nel 1889 infatti, quando al governo vi era ancora Francesco Crispi, un’indagine rilevò le criticità dell’istituto. Fu lo stesso Crispi, apparentemente per una questione di pura stabilità politica, ad insabbiare la vicenda che verrà a galla solamente qualche anno più tardi. Una seconda indagine fece emergere infatti:

  • Banconote duplicate con uguali numeri di serie (si contano circa 60 milioni di lire stampate illegalmente)
  • Prestiti concessi senza alcuna garanzia, soprattutto a politici e ad imprenditori
  • Scandali immobiliari che coinvolgevano la banca

Le ripercussioni

Le conseguenze furono importati. Giolitti fu costretto alle dimissioni, reo di non aver gestito lo scandalo in modo trasparente, evitando di punire soprattutto i diretti responsabili. Il governatore della Banca Romana, Bernardo Tanlongo, perse la propria carica, in un primo momento arrestato ma venendo successivamente assolti (questo sarà uno dei punti più discussi). Sul piano economico invece avvenne nel 1893 un’importante riforma del sistema bancario. Da qui nascerà l’istituto della Banca d’Italia.

Grandi ripercussioni si ebbero però sul piano sociale. Lo scandalo portò un netto sentimento di sfiducia da parte della popolazione nei confronti delle istituzioni del tempo, aggravando sentimenti di malcontento e disgregazione. La stampa di allora attaccò duramente le figure coinvolte, sottolineando sia gli illeciti che i tentativi di insabbiamento. Su quest’ultimo punto si generò successivamente un nuovo argomento di scontro con la classe politica del tempo, in un dibattito che si concentrerà tra libertà di stampa e “diffamazione politica”.

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